La Lazio fa cadere il muro con Immobile e Correa. Per il Milan è notte fonda

Dopo 30 anni i biancocelesti vincono a S. Siro Ai rossoneri non basta una prova d'orgoglio

La Lazio fa cadere il muro con Immobile e Correa. Per il Milan è notte fonda

È crollato l'ultimo muro. Inseguito da trent'anni è crollato sotto i colpi di Immobile e Correa che hanno consegnato a Inzaghi e Lotito un successo storico, il primo in campionato dopo quello datato 1989 (autorete di Paolo Maldini). E il Milan è caduto nonostante l'orgogliosa prima frazione durante la quale è stato protagonista in positivo di una bella rincorsa. Nella ripresa ha perso le migliori energie e il contributo discutibile dei nuovi arrivati (Rebic e Leao) ha fatto pendere la bilancia dalla parte dei laziali. Con merito, bisogna aggiungere perché a dispetto della salute di Immobile e del discutibile rendimento di Milinkovic, è venuta fuori alla distanza la classe, la velocità e l'intesa collaudata.

Per la prima volta, e nel primo tempo, il Milan ha giocato quasi alla pari con la Lazio, come raramente gli è successo nell'ultimo periodo. Intendiamoci l'intesa tra Luis Alberto e Immobile è capace di mettere a dura prova la resistenza della difesa rossonera ma ad ogni giocata di pregio dei laziali sanno rispondere Castillejo e Paquetá con il contributo decisivo di Theo Hernandez così da scrollarsi di dosso quella pericolosa sudditanza tecnica e psicologica.

Il sigillo numero 100 della splendida carriera di Ciro Immobile è una prova di astuzia e di classe: sul servizio perfetto di Lazzari lascia sul posto l'ingenuo Duarte e va a saltare girando nell'angolo imprendibile la palletta del vantaggio iniziale. La risposta del Milan è arrivata dopo 4 minuti al culmine di una giocata di Theo Hernandez (pallonetto telecomandato) su cui Piatek è pronto con una zampata alla deviazione che Bastos corregge, di busto, in rete. Da una parte e dall'altra, Milan e Lazio, se le scambiano di santa ragione facendo salire alla ribalta i rispettivi portieri. Il primo guaio muscolare (Castillejo) consente a Rebic di partecipare alla fase più delicata della sfida iniziata con un colpo di testa di poco fuori.

Nella seconda frazione Pioli offre una prova plastica della mentalità propagandata a Milanello richiamando Paquetá, un centrocampista, per fare spazio alla velocità di Leao, un attaccante, mentre Simone Inzaghi è costretto a privarsi di Immobile (acciacco muscolare) e a sostituire Milinkovic deludente anche per la marcatura ferrea garantita da Krunic, la sorpresa dello schieramento rossonero. Peccato che il baby portoghese non soddisfi le richieste e la missione affidatagli dal tecnico.

Ci sono un paio di episodi degni delle polemiche passate e riguarda la spintarella su Lazzari di Theo Hernandez in area milanista e quella di su Piatek in parte opposta su cui Calvarese è decisissimo a evitare l'intervento del Var segnalando d'aver visto tutto e giudicato lui. È la conferma che gli arbitri di campo pretendono, e hanno ottenuto, il primato sul collega (Manganiello) davanti al video.

Nel finale, con il serbatoio quasi vuoto, la Lazio può regalarsi il sorpasso in una delle sue azioni più collaudate, con un contropiede velenoso partito da una palla persa da Leao e conclusa da Correa che a San Siro sta diventando una specie di incubo per le milanesi.

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