Un derby da vertigini e da Champions, come non accadeva da 15 anni. Dalla stagione successiva allo scudetto della Roma, che a sua volta seguiva quella del trionfo laziale. Nella Capitale è salita da giorni la febbre per una sfida che come ha detto Spalletti, un non romano ormai habitué della stracittadina, è «di eterno contrasto e smuove due classifiche, quella del campionato e quella della città».
Oggi si vivrà il primo atto del romanzo annuale (inteso come stagione) vissuto fra adrenalina e senso di appartenenza. Ma dimenticatevi le scenografie e i colori dei derby precedenti, la gara che da tempo non si gioca più sotto i riflettori per problemi di sicurezza oggi vedrà solo una curva piena, quella della Lazio. I tifosi romanisti hanno deciso di affollare Trigoria alla vigilia (ieri in 600 al centro sportivo Bernardini) ma non andranno allo stadio in fede alla battaglia contro le barriere nei settori più caldi dell'Olimpico. La Roma ha una striscia aperta di 3 derby vinti di fila e non perde contro la Lazio in campionato da 7 gare. I biancocelesti vantano l'ultimo successo in A quattro anni fa (il 3-2 dell'11 novembre 2012) senza dimenticare quel 26 maggio 2013 con il gol di Lulic che fece alzare ai laziali la coppa Italia.
Quattro italiani in campo all'inizio, uno solo è romano di nascita (De Rossi che affiancherà Masetti a 26 presenze nel derby). E chissà se Spalletti deciderà di schierare in corso d'opera Totti, protagonista di 41 stracittadine tra campionato e Coppa e ora alle prese con il conto alla rovescia della sua carriera. Sul terreno verde dell'Olimpico si sfideranno anche due bomber del nostro torneo: il ritrovato Dzeko che viaggia ai ritmi dell'Higuain da record della passata stagione (12 reti in 14 gare), l'Immobile punto fermo della nazionale di Ventura e già a segno 9 volte, anche se a secco da tre gare. I due sono i re dei tiri in porta (34 a 30 per il romanista). Poi, i debuttanti: il primo è Simone Inzaghi, che da tecnico di derby ne aveva affrontati solo con le giovanili biancocelesti e che deve proprio a Spalletti l'approdo sulla panchina della prima squadra (fu chiamato dopo il ko per 4-1 nell'ultima stracittadina del 3 aprile scorso); due in casa Roma, entrambi nel reparto arretrato, tre nella truppa di Formello.
Infine, gli assenti pesanti: il Salah migliore creatore di occasioni della serie A («egoisticamente penso che sia meglio...», sottolinea con poco fair play Inzaghi), il match winner di Palermo e vero equilibratore Milinkovic-Savic recuperato almeno per la panchina. «Lazio favorita? È uno stimolo in più...
», replica Spalletti a chi evidenzia che i biancocelesti, imbattuti dal 20 settembre e seconda miglior difesa del torneo, sono in un momento di forma migliore rispetto alla Roma, la formazione che invece segna di più. Ma finora contro le big, la squadra di Inzaghi ha raccolto solo un punto (a Napoli). Esame per tutti, dunque, e guai a perdere per evitare fastidiosi strascichi polemici.
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