Calcio

Leao ko e la dieta dei gol. Il Milan ha tutto per sentirsi lo sfavorito

Pioli evasivo su Rafa (punta su Saelemaekers). Dai derby persi ai limiti cronici davanti alla porta

Leao ko e la dieta dei gol. Il Milan ha tutto per sentirsi lo sfavorito

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Il dubbio amletico di casa Milan (Leao gioca o non gioca?) è solo un artificio verbale per far sopravvivere le incertezze sulle ultime ore dell'euro-derby d'Italia. «Vado a letto tranquillo, se sta bene gioca» fa intuire a chi ha voglia di capire Stefano Pioli che può così dedicare tutte le sue cure e la sua strategia al piano partita, oltre che alla scelta del sostituto (le indicazioni portano a Saelemaekers, sarebbe preferibile un dichiarato attaccante, Origi o Rebic). E d'altro canto, Pioli e il Milan sono liberi di testa e di spalle perché non portano il peso e la responsabilità del pronostico, tutto orientato dalla parte dell'Inter. Lo condividono tutti, ex calciatori, osservatori neutrali, persino qualche illuminato competente come Fabio Capello: sta meglio l'Inter, poi senza Leao la freccia è ancora più decisa sui colori neroazzurri. «Attenti, non ho detto io che l'Inter è favorita, lo hanno detto gli altri. Noi invece pensiamo di poter eliminare chiunque dopo aver eliminato il Tottenham e il Napoli» è il chiarimento di fondo del leader di Milanello che proprio su questo argomento ha impostato tutta la preparazione nervosa delle prossime due sfide. Sembra quasi di sentirlo Pioli nel capannello durante il riscaldamento arringare lo schieramento stasera nella bolgia di San Siro: avete letto e sentito cosa dicono?, siamo già eliminati, adesso proviamo a capovolgere questo destino.

Non è così facile e lo sa anche il diretto interessato. Perché, ad esempio, senza Leao uscito dopo pochi minuti, contro la Lazio, il Milan ha avuto bisogno di una dormita di Marcos Antonio e di un coast to coast di Theo Hernandez per trovare la strada del gol che resta il limite più evidente in questa stagione post-scudetto. «Sarà difficile ma anche bellissimo giocare questo tipo di partite» è il pensiero ufficiale di Pioli ricordato in pubblico e non solo in privato ai suoi perché non è scontato raggiungere un traguardo così ambizioso nei prossimi anni. Specie se si tiene nel debito conto del monito firmato da Gerry Cardinale in arrivo a San Siro («dobbiamo qualificarsi per la prossima Champions»). È vero in Champions, senza il miglior Leao, il Milan ne ha fatta di strada. Ha trovato il sigillo di Diaz con gli inglesi, la stoccata di Bennacer e la sponda di Giroud sulla cavalcata di Leao contro il Napoli. È riuscito insomma a farne a meno tabellino alla mano. Ma l'ha avuto a disposizione specie nella partita di Napoli del 2 aprile in campionato (2 gol) e in quella del ritorno di Champions per marcare la differenza con il rivale. Perciò è indispensabile che torni a girarsi Giroud, ieri al fianco di Pioli nella conferenza di vigilia. «Sono affamato di vittorie, da 10 anni gioco le finali, sono molto carico e orgoglioso di far parte di questo gruppo» è stata la sua testimonianza. Ha qualche conto in sospeso con l'Inter più che con Lautaro (finale persa in Qatar) perché nel 2023 il Milan ha perso già due volte il derby, prima a Ryad e in modo pesante, e poi in campionato (al ritorno). «Abbiamo bisogno di tutti e al 110%» il suo appello finale.

Per colmare le due lacune: Leao e il gol.

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