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Leclerc, il predestinato più veloce del dolore: la prima è da record

Charles trionfa a Spa con dedica a Hubert Nessun ferrarista ha mai vinto alla sua età

Leclerc, il predestinato più veloce del dolore: la prima è da record

Il ragazzo del futuro è entrato nel presente. Charles Leclerc, il predestinato, ha riscritto la storia di una Scuderia che sta per festeggiare i suoi primi 90 anni di vita. A 21 anni, 10 mesi e 15 giorni, diventa il più giovane ad aver vinto un Gran premio per la Ferrari, il terzo in 69 stagioni di Formula 1, dove solo Verstappen e Vettel sono arrivati al successo prima di lui. Charles ce l'ha fatta al tredicesimo Gran premio in Rosso della sua carriera, presto, prestissimo, ma addirittura in ritardo su quanto ci aveva dimostrato fin dal Bahrain nella seconda gara della stagione. Ha coronato con la vittoria un weekend perfetto in cui è stato il più veloce venerdì pomeriggio, sabato e domenica. L'ha costruita con il lavoro in prova, con una prestazione magistrale in qualifica rifilando 7 decimi a tutti e con una gara dove dopo una grande partenza ha commesso solo un piccolo errore (ininfluente) nei giri iniziali. Il suo ritmo ha addirittura costretto la Ferrari a trasformare Sebastian Vettel nel Bottas di turno, a vestire da gregario un quattro volte campione del mondo, anticipando il suo stop per farlo uscire davanti a tutti, ma soprattutto davanti a Hamilton, al quale è riuscito a far perdere una manciata di secondi nel momento del bisogno, quando Lewis stava cominciando la caccia a Leclerc.

Venerdì mattina a parte, il fine settimana di Seb in Belgio, là dove l'anno scorso conquistò la sua ultima vittoria, è stato sotto tono. Leclerc ancora una volta ha dimostrato di capire meglio la Sf90 mentre Seb è andato in crisi dopo pochi giri con il secondo set di gomme, un problema che si era già manifestato venerdì e che non è riuscito a risolvere. Ritroveremo prima o poi il vero Vettel? Lo scopriremo presto perché già a Monza tra pochi giorni si correrà su una pista ancora favorevole alla Ferrari e una seconda vittoria di fila di Leclerc decreterebbe definitivamente la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova era. L'era Leclerc. Il ragazzo che ha il futuro in mano.

Quello che sorprende di Leclerc, oltre alla sua straordinaria capacità di guida, è la sua forza mentale. È un ragazzo non ancora 22enne che ha già la maturità di un vecchio campione. Non si lascia prendere dalle emozioni. Fa le mosse giuste al momento giusto. E riesce a trasformare i momenti più dolorosi della sua vita in vittorie indimenticabili. Era successo dopo la morte di papà Hervè con la vittoria di Baku in Gp2. È ricapitavano qui a Spa a neppure 24 ore dalla scomparsa del suo amico Anthony a cui ha dedicato il successo, mettendo sul casco, sul volante e nel cuore la scritta Rip Tonio, dopo aver abbracciato la madre e il fratello del ragazzo che aveva cominciato a correre sui kart insieme a lui. Ha vinto la sua prima gara con il lutto al braccio e senza spruzzare lo champagne dal podio. Non se l'è potuta godere davvero fino in fondo per quel peso che aveva nel cuore. Ha guardato lassù. Ha vinto per Tonio, ma anche per Jules e papà Hervè. E rivincerà presto.

Leclerc si è preso la Ferrari, ha costretto Mattia Binotto a rivedere i piani di inizio stagione quando Vettel era stato chiaramente indicato come prima guida. Sta gentilmente, ma velocemente, prendendo il posto di un quattro volte campione del mondo. Uno dei punti di forza di Vettel è sempre stata la qualifica. Quest'anno Leclerc ha conquistato tre pole, lui una sola. E partire dietro gli è costato carissimo. E proprio qui Charles ha impressionato una volta di più, perché dopo alcuni gran premi di apprendistato ha imparato a gestire le qualifiche. È un ragazzo che impara decisamente in fretta. All'inizio della stagione quando chiedevamo a Mattia Binotto se sarebbe stato un problema ritrovarsi con un Leclerc più veloce di Vettel, lui rispondeva che «sarebbe stato un bel problema».

Quel momento probabilmente è arrivato.

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