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Lega Calcio, Bonomi finisce "congelato"

Un voto per il n°1 di Confindustria. Marotta: "Non lo abbiamo bruciato..."

Lega Calcio, Bonomi finisce "congelato"

Non finirà come nell'elezione del Presidente della Repubblica ma anche nel calcio siamo alle solite. Al secondo scrutinio di ieri l'assemblea dei presidenti di serie A ha votato scheda bianca (19), uno solo (magari con perfidia, nel tentativo di umiliarlo) ha votato Bonomi. Sì, proprio lui, Carlo Bonomi, interista di fede calcistica, presidente di Confindustria dove non hanno gradito la sua disponibilità all'incarico (propostogli da Scaroni, presidente del Milan, per il suo parere favorevole allo stadio di Milano), rimasto così a bagnomaria. Spiegazione didascalica: per essere eletto avrebbe avuto bisogno di 14 voti su 20. L'opposizione di Lotito e De Laurentiis (che propongono Lorenzo Casini, capo gabinetto del ministro della Cultura e presidente della Caf) ha fatto da tappo e opposizione. Perciò gli elettori di Bonomi hanno preferito non esporlo a una figuraccia («Non l'abbiamo bruciato, in realtà non doveva essere nemmeno votato nell'elezione di oggi», la spiegazione di Marotta). Statuto alla mano, alla prossima votazione, il quorum passerà da 14 a 11, maggioranza semplice quindi. Ma non è scontato che tutto ciò accada perché nel frattempo la Lega di serie A non è riuscita nemmeno a votare la riforma dello statuto secondo le disposizioni del consiglio federale lasciando scadere la proroga ottenuta dal presidente Gravina e richiesta dal reggente Percassi.

«È tutto pronto, non lo abbiamo votato per fornire immagine di unità» la spiegazione fornita dagli uffici milanesi della Lega nel tentativo di indorare la pillola a Gravina ed evitare il commissario ad acta, decisione che potrebbe arrivare oggi alla riunione del consiglio federale e al quale Percassi può partecipare, ma da invitato, senza diritto di voto. Lo scenario è ormai quello cristallizzato dai due blocchi che hanno reso ingovernabile la Lega e spinto Paolo Dal Pino alle dimissioni: da una parte i club metropolitani con il loro seguito, dall'altra Lazio e Napoli con medie e piccole. In passato per questo motivo è saltato il progetto dei fondi, così si è trascinata per mesi la trattativa sui diritti tv. Che ci sia anche un intento polemico verso Gravina è documentato dal no alla richiesta di spostare la giornata di campionato del 20 marzo per favorire la preparazione di Mancini allo spareggio con Macedonia e Portogallo.

La risposta è stata: potremmo farlo solo in caso di eliminazione delle squadre dalle coppe. Cioè bisognerebbe augurarsi la disfatta italiana in Europa per dare una mano alla Nazionale! Avete capito perché un commissario, da quelle parti, è indispensabile?

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