Sport

Lega e Figc senza accordo. Tutto bloccato anche sulla tv

Lega e Figc senza accordo. Tutto bloccato anche sulla tv

Divisi in due fronti sul voto federale, uniti nel discutere di diritti tv e di soldi che scarseggiano per le ridotte offerte di Sky e Mediaset sui pacchetti del prossimo triennio respinte al mittente. È la plastica fotografia offerta ieri a Milano dai presidenti di serie A, chiamati nel frattempo a indicare la rotta della crisi politico-sportiva esplosa con l'eliminazione dal Mondiale. Prima di ritrovarsi in via Rosellini si è divisa in due plotoni di dieci unità ciascuna: uno (i riformisti con Cairo più Juve e Inter) ha incontrato il trio Gravina-Tommasi-Ulivieri, cioè il presunto cartello pronto a diventare maggioranza con il voto degli arbitri e la partecipazione decisiva di una fetta della serie A; l'altro invece (guidato da Lotito con il Milan schierato con le medio-piccole) ha provato a ricucire gli strappi avvenuti intorno alla candidatura di Sibilia, che è il candidato rivale del presidente di Lega pro.

Quest'ultimo è appeso alle indecisioni di Damiano Tommasi, capo del sindacato calciatori che non è ancora deciso a fare un passo indietro e a favorire l'elezione di Gravina appoggiato da mezza serie A e parte della serie B. Il ragionamento di Tommasi è il seguente: se ho l'appoggio delle società più quello di calciatori e allenatori oltre che di arbitri, perché dovrei fare il vice di Gravina? La risposta è semplice: perché i 10 club di A non vogliono il sindacalista. Il responso definitivo sul numero delle candidature arriverà domenica sera, il giorno dopo ci saranno le elezioni: sarà l'assemblea dei calciatori a dettare la linea e a far intuire lo sviluppo dell'urna. In questo quadro di assoluto caos, può avere buon gioco il blitz di Giovanni Malagò che è tornato al centro della scena dopo aver inviato un paio di diffide alla lega e invitato i tre candidati a far saltare le elezioni di lunedì 29 in modo da avere carta bianca per intervenire e commissariare il calcio, prospettiva a questo punto sempre più probabile. Alla fine della giornata anche in materia di diritti tv non c'è stato alcun passo avanti. Sky ha rilanciato ritoccando al rialzo alcune offerte, Mediaset è rimasta sulla precedente offerta: il totale ha fatto più o meno 830 milioni, traguardo lontano dal miliardo e 50 milioni preteso dai club.

A questo punto il concorrente spagnolo Mediapro (990 milioni) può diventare protagonista mentre Sky ha già fatto sapere che non intende mollare ed è pronta a trovare partner per salire di quotazione.

Commenti