Nicola Legrottaglie compirà 38 anni a fine ottobre, è fra gli anziani del campionato dietro a Zanetti, ai portieri di riserva classe Squizzi (Chievo), Pavarini (Parma) e Castellazzi (Inter); al difensore dell'Atalanta Yepes e a Totti. Oggi guiderà la difesa del Catania contro la Juve nel classico dei testacoda: 20 punti contro i 75 dei bianconeri del capocannoniere Tevez. «Non sarà un confronto facile - racconta Legrottaglie -, perchè l'argentino è un grande campione, cercheremo di arginarlo».
Legrottaglie ha giocato nella Juve per 7 stagioni, nelle prime due c'era anche Conte, come calciatore. Agli antipodi sul piano caratteriale: «Non sono nessuno per giudicarne il comportamento. Magari siamo diversi nel temperamento, credo però che come me abbia sani principi: eravamo stati anche in camera insieme, so cos'ha dentro, quali radici, perciò lo stimo molto».
Sono accomunati anche dalla grande religiosità. «Peraltro non abbiamo mai parlato di fede, la si dimostra con i fatti. Come allenatore ebbi anche Lippi, alla Juve: sono diversi, Conte ha questa grande carica, merita i complimenti per quanto sta facendo».
I rossoazzurri si sono preparati nel ritiro di Ragusa, oggi il Massimino sarà esaurito. «Abbiamo bisogno di gente positiva che ci stia vicino. Per salvarci serve un miracolo, io però ci credo. Siamo in grado di sterzare, abbiamo pareggiato a Parma, a San Siro con l'Inter. Mercoledì poi ci attende il Napoli, la Juve è più arcigna, concede meno: ci servirebbero 4 punti in 2 gare».
In un anno i siciliani sono precipitati dall'ottavo all'ultimo posto, sono vicini al ritorno in B dopo 8 stagioni. «Servono sacrificio e volontà. Dobbiamo seguire Maran: è una grande persona, non ha mai scaricato le colpe sul gruppo».
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