Franco Ordine
Difesa che non prende gol non si cambia. Riveduta e corretta la vecchia legge del calcio italiano sembra fatta su misura per capire l'ultima scelta di Montella e del suo Milan tra Lazio e Fiorentina. E cioè replicare l'identico schieramento utilizzato martedì sera a San Siro, senza cambiare nemmeno una pedina, pur avendo a disposizione, specie per la gendarmeria rossonera, i recuperi ormai effettivi di Abate e Antonelli. Per tacere del resto degli ultimi arrivati in estate. Anche questa non è proprio una banale curiosità: se il Milan risalito in classifica è lo stesso della stagione di Mihajlovic bisognerà pure farsi qualche domanda sul lavoro del serbo trasferitosi ora in granata ma anche sul lavoro di Galliani un anno fa. La spiegazione di Montella è generica («Meglio concentrarsi sul presente invece che soffermarsi sul passato perché a Firenze avremo un viaggio di difficoltà molto alta») ma la scelta tecnica non può passare inosservata. Specie se si pensa ai precedenti poco lusinghieri della difesa milanista diventata, non un secolo fa, ma soltanto un anno o due fa, la banda del buco nella migliore delle definizioni. Di solito sono tre gli indizi che possono formare una prova, nel calcio come in un giallo. E qui i tre indizi sono i seguenti: 0 gol subiti con la Lazio, 0 gol subiti con la Samp, il golletto marcato dall'Udinese è il frutto di una beffarda quanto decisiva deviazione di Abate.
A giovarsi della curiosa legge è un giovanotto alle prime armi, Davide Calabria, classe 1996, 20 anni a dicembre, bresciano d'anagrafe, milanista dall'età di 11 anni, esordio in A con Inzaghi, Mihajlovic lo ha utilizzato un paio di volte e poi l'ha rispedito in panchina, un'altra delle segnalazioni di Silvio Berlusconi in tempi non sospetti. «Il presidente ha avuto intuito nel preparare in anticipo il Milan giovane e tutto italiano» il riconoscimento del tecnico napoletano. E stasera la prova, per Calabria e tutta la difesa, puntellata da Paletta diventato il badante più affidabile di Romagnoli, non è di poco conto. Tanto che Montella, per scaramanzia, è rimasto insensibile alla domanda sui pericoli in maglia viola, «l'anno scorso citai Boja Valeiro e Ilicic: uno fece l'assist, l'altro fece gol» ricorda in modo didascalico per far capire ai suoi che tutti i tormenti possono arrivare proprio dalla posizione di quei due, «vanno dovunque e non sai mai dove trovarli». Se l'attacco milanista ha una scommessa da vincere (finora mai preso gol dalla Fiorentina in casa), la sua difesa ha da scalare una montagna, «è un vero trappolone questa sfida, non possiamo permetterci di sbagliare niente come invece è successo nei primi 15 minuti con la Lazio» il predicozzo di Montella che per il suo ritorno a Firenze non ha timori e nemmeno scuse da presentare. «Ho un rapporto splendido con il pubblico, a Firenze mi fermerò anche dopo la partita, ho conservato molti amici.
Se ho esagerato una volta è stato per proteggere i calciatori: quella sparata risultò utile per vincere le ultime cinque partite e guadagnare l'Europa» la ricostruzione postuma. Neanche una citazione per i fratelli Della Valle. Con loro è rimasto il gelo dei ghiacciai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.