Da Messias («è una bella storia, non una favola» dixit Pioli) al miracolo. A casa Milan ieri è diventato ufficiale un altro prodigio. E cioè la guarigione lampo di Mike Maignan, il portiere francese operato al polso il 13 ottobre con una prognosi 8-10 settimane molto prudente e che adesso diventa una medaglia sul petto di preparatori, staff sanitario e in particolare dell'interessato il quale ha vissuto come un leone in gabbia i giorni successivi all'intervento chirurgico. L'annuncio è arrivato dallo stesso Pioli: per una volta invece di offrire la lista di assenti e feriti, può salutare un ritorno prezioso. Tatarusanu, il sostituto, deve rientrare nei ranghi dopo aver fatto il suo: una prodezza straordinaria (rigore parato nel derby) e una papera (primo gol a Firenze). Da un secondo non è lecito aspettarsi molto di più. Maignan, per regolamento Uefa, può anche prendere posto nella rosa della Champions al posto di Mirante in vista della sfida del 7 dicembre con il Liverpool. Fermo ancora ai box invece Tomori, bloccato prima della viola dal famoso colpo al muscolo otturatore. Battuta banale: è ancora otturato. Si rivedrà mercoledì sera a Marassi con il Genoa di Sheva la previsione di Piolio. Con Maignan torna disponibile Leao mentre Pellegri, Florenzi e Bakayoko possono scaldare i rispettivi motori. L'infortunio di Giroud rende indispensabile il contributo del centravanti italiano: Ibra non può giocarle tutte.
Miracolo a parte, il rischio per il Milan tornato gasato da Madrid, è quello classico di questi tempi. Pioli ne offre una didascalica dimostrazione. Spiega: «Le squadre medie si accontentano dopo una grande prova, le grandi squadre invece colgono la spinta da una serata felice per andare ancora più forte». Il ragionamento non fa una piega. A leggere infatti la prossima striscia del Milan in campionato c'è da sgranare gli occhi: Sassuolo oggi (ricorso accolto per la squalifica di Frattesi), poi Genoa, quindi Salernitana in casa, poi Udinese, Napoli e chiusura dell'anno con l'Empoli: uno scontro diretto (domenica 19 dicembre) e una sequenza utile per confermare il ritmo fin qui rispettato (1 sconfitta, 10 successi e 2 pareggi in 13 partite). La morale scontata è la seguente: c'è bisogno di tutti (tranne Rebic e Giroud). Specie del contributo proveniente dai 5 cambi. «Ho fatto rivedere il gol di Madrid alla squadra per far capire il gesto di Messias che fa partire l'azione e poi va a riempire l'area. Lui è qui perché ha delle qualità» la segnalazione spedita allo spogliatoio e anche ai media per cancellare la narrazione secondo cui Messias non è stato un arrivo per caso ma una scelta responsabile e - a dire il vero - vincendo anche qualche resistenza della proprietà poco convinta dell'operazione.
Ma questo è un altro punto a favore di questo nuovo Milan: un tempo ci sarebbe stata discussione, adesso, sia per Tonali che con Messias poi, l'area tecnica ha insistito e concluso le due trattative senza compromettere il rapporto con Londra. E dal rendimento dei due ha raccolto frutti golosi.
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