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''Ecco perché l'ho fatto...''. la confessione di Metzelder dopo il caso pedopornografia

Fa molto discutere in Germania il caso dell'ex difensore condannato a dieci mesi per possesso di materiale pedopornografico

''Ecco perché l'ho fatto...''. la confessione di Metzelder dopo il caso pedopornografia

''Il fascino della trasgressione l'ha spinto a scaricare materiale pedopornografico dal web''. Per questo reato, giovedì scorso Christoph Metzelder è stato condannato a dieci mesi dal tribunale di Dusseldorf, pena sospesa con una condizionale di due anni. Il caso ha provocato enorme indignazione nella società tedesca. La giudice Astrid Stammejohann ha giusitificato la tenuità della sentenza con la scarsa quantità del materiale inoltrato a tre donne via Whatsapp (27 fotografie e due video) evidenziando il pentimento del calciatore. Il suo avvocato Heiko Klatt parla di una ''caccia alle streghe medievale'' mentre i calciatori Toni Kroos, Lukas Podolski e Max Kruse hanno definito la vicenda scandalosa.

La ricostruzione

Classe 1980, è stato un difensore molto apprezzato in top club come Borussia Dortmund, Real Madrid e Schalke 04. Colonna della nazionale tedesca con cui sfiora la vittoria del Mondiale 2002 e dell'Europeo 2008, entrambi persi in finale. Nel 2003 scrive come coautore ''Das zerbrechliche paradies: wo kinder zur Ware werden'' (Il paradiso fragile. Dove i bambini diventano merce). Il libro tratta la violenza sessuale sui minorenni nei paradisi turistici e lo regalerà a Papa Giovanni Paolo II, in un'udienza concessa nel 2005. Per anni si è impegnato in un'associazione che lotta contro gli abusi sessuali sui minorenni ricevendo la croce al merito della Repubblica Federale Tedesca. La vicenda viene alla luce quando una delle tre donne Raffaela Jahn (nome di fantasia) denuncia alla polizia i contatti col calciatore, definiti dallo stesso Metzelder ''uno scambio di fantasie estreme''.

A settembre 2019 cambia totalmente la vita del giocatore con le perquisizioni a casa e al lavoro e con l'accusa in giudizio, definita dal Taz ''die hard'' una morte lenta. La polizia sequestra 297 file pedopornografici, le chat estreme con le tre donne e i file allegati. Come racconta la Zeit online le foto mostrano atti sessuali con persone under 14. Una ragazzina under 10 con una treccia fa sesso orale con un uomo fino alla sua eiaculazione. Un'altra foto mostra una ragazzina di 10 anni che siede sulle gambe di un uomo con pene eretto, immagine commentata da Metzelder ''la piccola fa l'impressione di voler essere f...''. Il 14 settembre arriva la confessione ed il tentativo di fermare il processo fallisce. L'udienza si tiene il 29 aprile 2021.

Nell'aula del tribunale ha chiesto scusa in lacrime a tutte le persone vittime di violenza sessuale. Ha spiegato che ha perso il suo lavoro in un'agenzia di marketing, ha rinunciato al suo impegno per i ragazzi svantaggiati e vuole restituire la croce al merito. Inoltre ha sottolineato che ha trovato tutte le foto su internet, liberamente accessibili, che non è un peodfilo ed ha fatto una terapia. Dopo sette ore ha lasciato il tribunale da uomo libero.

Le reazioni

Molti media hanno definito la perquisizione una cesura della sua sua vita, privata e professionale. La Taz commenta che la ''disponibilità ad indignarsi è alta ma la capacità di concentrarsi sul tema è molto scarsa''. Il caso Metzelder è soltano uno tra i 25 mila avvenuti nel 2019 e i 19 mila nel 2020 ed ha attirato l'attenzione perché è una persona famosa. Altri casi come quelli di Bergish Gladbach (inchiesta su 30 mila sospetti pedofili) sconvolgono ancora di più e serviranno anni per verificare tutti i terabyte di materiale pedopornografico. Troppo forte l'orrore di fronte al dolore dei ragazzini stuprati, le cui foto resteranno nel world wide web ad uso e consumo di un pubblico enorme, come quello di #boystown, il sito del darkweb che aveva 400 mila utenti e smanatellato in queste settimane dalla polizia postale tedesca.

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