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L'incontentabile Ibra rinvia il "matrimonio": Milan, mi vuoi davvero?

Lo svedese oggi non ci sarà, ma Raiola è ottimista. "Non è questione di soldi, ma di stile e convinzione"

L'incontentabile Ibra rinvia il "matrimonio": Milan, mi vuoi davvero?

Si rivede oggi il Milan, rivelazione del calcio post Covid. Si rivede con il caso aperto, il rinnovo di Ibrahimovic, alcune trattative da definire (Reina alla Lazio più Bakayoko dal Chelsea) e qualche timore riferito ai contagi (Romagnoli e Donnarumma, di ritorno dalla Sardegna, sono risultati negativi ma Ibra ha incontrato a Porto Cervo Mihajlovic). A tenere banco è naturalmente Zlatan, fermo a Stoccolma da dove ha postato su Instagram immagini di un centro di paddel, la sua ultima passione grazie alla quale continua ad allenarsi. La didascalia è di quelle sue: «Sono grande ma padelzenter è più grande». Fa notizia la sua assenza al primo giorno di ritiro, ufficialmente dedicato ai test fisici e al controllo tamponi. Da settimane si continua a trattare e a discutere del suo rinnovo senza raggiungere l'intesa. Questioni di cifre? Certamente sì. Ma non solo. I numeri, che spesso raccontano la verità, sono i seguenti: Gazidis è partito da lontano fino ad arrivare all'ultima proposta che prevede 5 milioni netti garantiti più bonus, facilmente raggiungibili che porterebbero, il montepremi a 7 milioni. La richiesta, ferma, di Raiola è la stessa dal primo giorno: 7 milioni garantiti e il resto da discutere. «Non è una questione di soldi ma di stile e di convinzione» la frase significativa con cui l'agente ha etichettato lo stato dell'arte e che tiene aperta la porta al probabile accordo. Gazidis espone i tagli dovuti al covid per spiegare la sua offerta, Ibra pretende uno stipendio da fuoriclasse, tipo Dybala per intendersi.

È anche vero che Ibra vuole il Milan e non ha nessun'altra proposta ma chiede un contratto che rappresenti il riconoscimento del ruolo svolto da gennaio ad agosto 2020 e quello da esercitare nei prossimi mesi. La convinzione di cui parla Raiola non è un concetto astratto: Ibra e il suo agente sanno benissimo che in assenza di Pioli e Maldini, di rinnovo contrattuale nessuno avrebbe parlato. L'intesa è possibile. «Se si tratta è buona cosa, i matrimoni però si fanno in due» la conclusione di Raiola che non va alla guerra e tiene separati i piani tra Ibra e Donnarumma («non abbiamo parlato di Gigio») anche se sul portiere il tempo stringe e sarebbe utile chiudere il contratto prima di gennaio, scadenza naturale. Il club, anche questa non è una novità, sul tema Ibra preferisce evitare commenti o dichiarazioni. Sul resto del mercato milanista, il ritardo è della maggioranza dei club e quindi nessuna sorpresa. Anche perché, uno alla volta, gli esodati stanno per lasciare Milanello: dopo Rodriguez, arriva l'ora di Reina che ha spuntato di rescindere il contratto incassando una buonuscita per legarsi alla Lazio (1 anno più opzione sul secondo), Bonaventura ha due possibilità (Benevento e Verona). Nessuna traccia ancora di Milenkovic e Chiesa per i quali la Fiorentina reclama prezzi da ante covid.

Per tutti questi motivi è un raduno in forma privatissima.

Zero tifosi, solo qualche striscione della curva, e da martedì inizio degli allenamenti senza Ibra e con molti altri interrogativi.

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