Se avessero saputo, forse le avrebbero iscritte in piscina. Papà e mamma Fanchini oggi, celebrando la medaglia al valore della loro figlia "di mezzo" sorridono, ma non dimenticano. L'argento di Nadia vale oro, tenacia e soprattutto coraggio. Ed è una medaglia più che mai familiare. Perché i Fanchini non hanno mai smesso di credere che le loro tre figlie avrebbero avuto in sorte anche la giusta ricompensa ai tanti infortuni. «Intanto per scaramanzia le stampelle sono sempre pronte a casa», dice mamma Giusi, coccolandosi Nadia.
Già, un paio di stampelle possono aver valore "apotropaico", una sfida alla sorte. Peccato però che ci siano stati anni in cui di paia ne occorrevano ben di più, lassù a Montecampione. Le due Fanchini "senior", Elena, 28 anni, e Nadia, 27 anni, ne hanno attraversate molte. In alcuni anni in casa Fanchini c'è pure stato il curioso rito del passaggio di stampelle fra una e l'altra figlia. Dalla stagione 2010-11 anche Sabrina, classe 1988, la junior del gruppo, ha debuttato in coppa: solo slalom, lasciando la velocità alle sorelle. Eppure anche per lei è arrivato il conto. Oggi infatti è proprio Sabri, ospite d'onore a Schladming, a restare in panchina per la rottura del legamento crociato al ginocchio sinistro, rimediata a fine 2012. Anche lei aveva già osservato un giro di stop nel 2007: stessa diagnosi ma alla gamba destra.
La storia è lunga: per Elena la "grande", i guai cominciano da giovanissima. Lei ha problemi ad entrambe le ginocchia e i suoi allenatori gridano al miracolo quando a Bormio 2005 si laurea vicecampionessa mondiale in discesa, poco dopo l'esordio in coppa. A fine 2005 vince la sua prima gara in coppa a Lake Louise, ma le sue ginocchia di cristallo sono un tormento e nel 2008 saltano i legamenti del ginocchio sinistro. C'è poi un'aggravante che parla di affetto: quando Elena cade la sorella si pietrifica e sembra incapace di sciare a sua volta. Elena e Nadia si passano il testimone anche nel dolore. Nadia - la velocista polivalente - ha sfiorato una medaglia in superG proprio a Bormio, dove la sorella ha vinto. I primi guai fisici arrivano nel dicembre del 2006, quando Nadia cade in discesa a Val d'Isère riportando un trauma cranico e la frattura di un polso. Nemmeno due mesi dopo, il 24 febbraio 2007, cade a Sierra Nevada riportando la rottura del crociato. Nello stesso anno, in dicembre, viene fermata per aritmia cardiaca. A fine 2008 però la ruota sembra girare e Nadia vince il superG di Lake Louise e il bronzo iridato in discesa a Val d'Isère. Il 2009 sembra l'anno della svolta e invece alle porte ci sono due tegole pesantissime. Il 31 gennaio 2010, a pochi giorni dalle Olimpiadi di Vancouver, Nadia cade nel superG di St. Moritz: rottura dei legamenti crociati e collaterali di entrambe le ginocchia.
Un anno di stop, poi il rientro come apripista in discesa a Cortina, ma l'ennesima caduta ad un paio di curve dal traguardo le procura una nuova rottura del legamento crociato. Passa un altro anno esatto, il rientro agonistico è poco più di un anno fa. Giusto in tempo per la medaglia di ieri.
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