Lo scudetto passa da Milano. La prossima giornata è racchiusa in un incrocio fondamentale: Roma-Inter e Milan-Juventus. Le due grandi protagoniste al cospetto delle due grandi deluse. Con due terzi di campionato in archivio ecco una doppia sfida agrodolce ad aprire le ultime tredici giornate (più una per la Roma, il recupero col Parma) e rilanciare il testa a testa. I nove punti (virtuali) non danno tranquillità perché Conte dice e ridice che non si fida della Roma. E Garcia non nasconde che vuole arrivare a giocarsi tutto nello scontro diretto all'Olimpico della penultima giornata. Lo scacco tricolore si progetta in cinque mosse. Il senso del gol. La prima chiave del duello è opposta. La Signora segna a raffica, la Lupa incassa col contagocce. Con il sigillo di Tevez nel derby la Juve ha toccato quota 60 reti e per trovare un'annata migliore bisogna risalire agli anni Sessanta. Anche la Roma è capitolata di fronte alle bocche da fuoco bianconere: un secco 3-0 a Torino, l'unica volta che ha subito tre reti in campionato: un percorso quasi immacolato in cui per sedici volte su 24 partite la porta di De Sanctis è rimasta inviolata. La via della rete. Contrapposta anche l'arma per fare male. Conte finalmente, dopo due anni di ricerca, ha il suo bomber. Tevez capocannoniere è il top player che la Signora aspettava. L'argentino con Vidal e Llorente rappresenta oltre il 50 per cento del fatturato bianconero. Garcia, invece, ha varato la cooperativa del gol. Il più prolifico è Destro a quota sei: un gol ogni 90 minuti giocati. Poi ci sono sei giallorossi con un bottino di 5 centri. Un fattore in comune: sia Juve che Roma hanno mandato in gol 14 giocatori. Insomma due opposti che si attraggono.
La verità nel mezzo. Tutto nasce al centro con quella mediana che pochi vantano anche in Europa. Non a caso le big straniere hanno messo gli occhi sugli interpreti dei due reparti. Affermato quello bianconero con Vidal-Pirlo-Pogba e la riserva Marchisio. In crescita esponenziale quello giallorosso con Strootman-De Rossi-Pjanic e a gennaio Garcia ha voluto fortemente aggiungere Nainggolan. Quasi a voler pareggiare numericamente gli avversari. Infatti sono questi due quartetti a suonare i due diversi spartiti: il 3-5-2 della capolista e il 4-3-3 dell'inseguitrice. L'italiano Conte fa un calcio più europeo, fisico e manovrato, lo straniero Garcia è più italiano, con ripartenze spettacolari. Moduli a parte, molto dipende dal centrocampo: i rari passaggi a vuoto delle due contendenti sono coincisi con una momento di difficoltà di quel reparto. Valore aggiunto. Nella volata la fatica si farà sentire ed è per quello che conterà l'esperienza. Essendo l'anno mondiale determinanti potrebbero essere gli eroi di Berlino 2006. La Juve ne conta tre con Buffon, Barzagli e Pirlo, la Roma due con De Rossi e Totti. I primi quattro Prandelli se li porterà in Brasile, le porte per il capitano giallorosso sono aperte e si potrebbero spalancare con un finale di stagione trionfale. C'è quindi molto d'azzurro in questo duello scudetto. Effetto sorpresa. Al Brasile pensano anche due che si sono presentati in silenzio. Eppure Llorente e Gervinho si sono presi la scena: lo spagnolo a suon di gol pesanti, l'ivoriano tra serpentine imprendibili. La torre e il funambolo potrebbero stupire ancora e sparigliare le carte.
Juve e Roma ci credono e si guardano dal loro fortino: i bianconeri in casa hanno sempre vinto (13 su 13), i giallorossi hanno subito appena due gol. Il tesoro è già in casa, per lo scacco Conte e Garcia dovranno fare i pirati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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