L'Inter ci resta di legno. I conti non tornano tra Champions e bilancio

Solo due traverse e altro pari con lo Shakhtar. Ora doppia con il Real. Rosso da 100 milioni in bilancio

L'Inter ci resta di legno. I conti non tornano tra Champions e bilancio

L'Inter sbatte contro il muro dello Shakhtar e continua a camminare in Champions League anziché a correre. Finisce 0-0, è il secondo pareggio in 2 partite: situazione non compromessa, ma certo complicata. Buona parte di qualificazione si giocherà nel doppio confronto col Real Madrid: se ce l'ha fatta lo Shakhtar, questo Shakhtar che all'Inter non ha mai fatto paura, espugnare mercoledì prossimo Valdebebas (il Bernabeu è in ristrutturazione) può non essere una missione impossibile.

Conte cambia 4 giocatori rispetto a sabato, Luis Castro addirittura 7 rispetto alla semifinale di agosto, complici mercato e Covid, che sta colpendo duro anche in Ucraina. Barella torna mediano, non parte cioè dietro Lukaku e Martinez, ma in linea con Brozovic (centrale) e Vidal (a sinistra). Young si riprende la fascia, parte bene, ma si spegnerà in fretta. Tardivo l'inserimento di Darmian, che tanto bene aveva fatto a Genova.

Il migliore tra tutti è sempre Lukaku, che dopo un quarto d'ora di studio lento e sonnacchioso, scuote in percussione la partita, costringendo Bondar al rinvio corto, sul quale Barella dal limite centra la prima traversa nerazzurra (14'). La seconda arriverà su punizione dal limite, manco a dirlo ancora di Lukaku (decisiva la deviazione del 19enne portiere Trubin) quasi al tramonto del primo tempo. In mezzo, un paio di colpi di testa pericolosi di Lukaku e Martinez e soltanto Inter, padrona della sfida, pur senza brillare e soprattutto segnare.

Lo Shakhtar sceglie di difendersi, gioca di fatto senza centravanti (il titolare ha il Covid, il vice si fa male dopo 10') e aspetta i nerazzurri lasciando libertà di costruzione. Non c'è pressione, solo grande densità davanti all'area. Servirebbe un'Inter più veloce e più precisa nei passaggi, soprattutto più preciso dovrebbe essere il tap-in di Martinez in avvio di ripresa, invece l'argentino a porta sostanzialmente vuota, scaraventa fuori di almeno 3 metri, dal limite dell'area piccola (9'st). Un errore imperdonabile, che conferma il momento difficile del Toro.

Non è un caso che Martinez sia il primo nerazzurro a uscire dal campo. Al suo posto Perisic e non Pinamonti: è il primo segnale che Conte manda in società, l'attacco è contato, la situazione è la stessa dello scorso anno (Pinamonti per Esposito), con Sanchez infortunato, vere alternative di ruolo non esistono e la stagione è molto lunga. Difficile credere di poterla affrontare con 2 soli attaccanti affidabili (sulla salute di Sanchez, meglio non infierire).

A una manciata di minuti dalla fine, Conte si gioca tra le altre, anche la carta Eriksen, al posto di Vidal. Il danese non la tocca praticamente mai e non incide.

Sul cileno sarà il caso di fare in fretta una riflessione, visto che finora a promesse e proclami ha sommato poco altro: molti falli e qualche sceneggiata. Non è per questo che Conte l'ha voluto all'Inter. Ma per far tornare i conti anche in Champions, dopo che quelli del bilancio fanno segnare un pesante meno cento milioni.

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