Ranieri, l'ultimo capolavoro per dire basta. Lascia il calcio

È francamente esaltante, per la specie umana, incrociare un uomo che sappia vedere l'orizzonte senza aspettare la fine. La fine di un percorso, di una vita, di una passione, di una professione

Ranieri, l'ultimo capolavoro per dire basta. Lascia il calcio
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È francamente esaltante, per la specie umana, incrociare un uomo che sappia vedere l'orizzonte senza aspettare la fine. La fine di un percorso, di una vita, di una passione, di una professione. Claudio Ranieri (nella foto) ci ha riportato a questo momento di esaltazione. Ha salvato il Cagliari, ultime impresa di un allenatore dai modi gentili e il realismo di un vincente, e dopo qualche giorno ha detto: «Basta». Per il vero lo aveva preannunciato in agosto. «Ho deciso che il Cagliari sarà l'ultima squadra che allenerò». È stato di parola, ma stavolta ha voluto giocare in contropiede. Un bel modo di giocar calcio. Un modo intelligente per sortire dal Cagliari e dal calcio dove del domani non v'è certezza. Anche per un santone.

Si ritira dopo 38 anni di carriera, partito dalla panchina del Vigor Lamezia nel 1986 per chiudere sulla panca sarda contro la Fiorentina: una delle sue ex, intesa anche come amore. La carriera del calciatore trovò il fulgore tra Roma e Catanzaro, quella dell'allenatore ha prodotto un fantastico mappamondo fra Cagliari, Napoli, Firenze, Valencia, Madrid, Londra, Parma, Torino, Roma, Milano, Monaco, la Grecia intesa cone nazionale, Leicester dove ha probabilmente compiuto l'impresa calcisticamente più leggendaria, Nantes, Genova, Watford. E infine il ritorno nella tormentata culla sarda. Ha vinto coppe e coppette, ottenuto promozioni e l'incredibile titolo con il Leicester in Premier League, ha sfiorato altre grandi imprese, è stato l'unico allenatore a essersi seduto su una panchina di tutti e quattro i derbies d'Italia.

In ottobre compirà 73 anni e potrà spegnere e gustarsi la torta con il palato dolce di chi ha lasciato l'amato divertimento, passatempo, lavoro, al momento giusto.

Brutte immagini quelle di atleti (anche l'allenatore è un atleta a modo suo) che non capiscono quando suona il gong. Sul ring si diventa suonati, nel calcio spaesati.

Sir Claudio resterà nella figurina del vincente. Non a caso, ieri, i giornali d'Europa lo applaudivano dopo l'annuncio. C'è modo e modo di essere immortali.

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