Sport

L'Inter prima ha due anime. Quella cinese è un caos, l'italiana la tiene a galla

Suning in difficoltà mentre Marotta e Conte funzionano. E adesso c'è Barella superstar

L'Inter prima ha due anime. Quella cinese è un caos, l'italiana la tiene a galla

Compressa e complicata per tutti, per l'Inter di più. Perché la stagione nerazzurra, non è solo calcio e partite da vincere. Quelle ci sono per tutti e in un modo o nell'altro, sempre al netto della clamorosa euro-eliminazione, Conte è riuscito a mettere la squadra sul binario giusto e nemmeno la possibile uscita anche dalla Coppa Italia sembra poter fare deragliare il treno nerazzurro.

I problemi veri sono in società o meglio ancora nella proprietà, che all'improvviso, vuoi per la crisi causata dal Covid vuoi per lo stop agl'investimenti imposto dal governo cinese, s'è resa conto di non poter fronteggiare le esigenze economiche del calcio europeo di alto livello. Mercato bloccato, stipendi pagati in ritardo o non pagati del tutto, annunci e smentite che si inseguono e contraddicono, un po' come i loghi del club, che sembrano dover cambiare a ogni pagina del calendario. Così, per non rischiare di lasciare l'Inter nelle mani di Goldman Sachs con cui si è indebitata, Suning potrebbe dover accettare l'offerta di Bc Partners, l'unica finora ricevuta, per quanto di circa 200/250 milioni inferiore rispetto al miliardo di euro voluto. La trattativa non è morta. Mai come nel caso dell'Inter c'è grande differenza tra proprietà (tutta cinese) e società (tutta italiana, almeno per la parte operativa). E qui la fatica non è solo di Conte, ma anche di Marotta, Antonello e dei loro collaboratori: far sì che club e squadra viaggino su due piani differenti, evitando che la crisi dell'uno possa nuocere al rendimento dell'altra.

La vittoria di Firenze, oltre al provvisorio primo posto in classifica, ha regalato all'Inter la conferma che Nicolò Barella, 24 anni oggi, ha scalato in fretta le gerarchie della squadra. Dimostrando una volta di più di meritarsi quanto di buono si racconta di lui, non solo da oggi. Dallo stesso Conte, che già un anno fa diceva «come giocatore mi somiglia molto», a Lothar Matthaeus, che più recentemente sottolineava «le similitudini che uniscono il suo calcio al mio».

Mancavano i gol, quest'anno stanno arrivando: sono già 3 in campionato, con 5 assist di mancia. In compenso, sono calate, e di molto, le ammonizioni, il vero neo della sua prima stagione nerazzurra: 15 in 41 partite, troppi cartellini per uno che gioca nell'Inter, frutto spesso di irruenza e frenesia fuori luogo. Ora siamo a 6 in 30 partite, tutte quelle giocate dall'Inter: Conte sta riuscendo a insegnargli come gestirsi, l'età e l'esperienza faranno il resto.

Non ha rinunciato a lui nemmeno a Firenze, nonostante Barella fosse diffidato e certamente non lo farà domenica prossima, contro la Lazio, nonostante il derby in arrivo nella partita successiva.

Commenti