Calcio

L'Inter pensa a se stessa. Tra fischi e verità nascoste basta non fare la pazza

A Inzaghi non pesa l'arbitro francese ma il torto dell'andata. Acerbi: "Se usciamo, annata di m..."

L'Inter pensa a se stessa. Tra fischi e verità nascoste basta non fare la pazza

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Il colmo sarebbe per l'Inter diventare vittima di se stessa, del proprio dominio nella partita di andata e nei 3 derby vinti nel 2023. È Acerbi che butta sul tavolo della vigilia un «se perdiamo può diventare una stagione di m...», che spiazza Inzaghi e anche un po' la realtà, eppure è chiaro che farsi eliminare adesso sarebbe più duro da metabolizzare di quanto non sarebbe se il primo round avesse avuto esito e svolgimento più equilibrati. Ché anzi alla fine quello 0-2 non ha nemmeno fotografato per intero la superiorità nerazzurra e lascia al Milan il teorico spazio per la rimonta. «La partita ha grandissima importanza e vogliamo arrivare là dove era difficilissimo pensare», taglia corto Inzaghi, che invece non vuole pensare al derby come spartiacque della stagione.

Che ci sia o meno Leao («non influenzerà la nostra partita»), l'Inter è pronta ed è la stessa dell'andata, tornano Calhanoglu e Dzeko, anche se Lukaku è di nuovo Big Rom. «Ci è mancato molto, avrebbe dovuto aiutarci come sta facendo ora, ma purtroppo non è andata come doveva», sottolinea Inzaghi con malcelato e giustificato rammarico. «Siamo a 90 minuti da un sogno e vogliamo giocarceli al massimo. È stata una fortuna avere così tante partite importanti e ravvicinate, perché non abbiamo avuto tempo per pensarci troppo».

Il risultato dell'andata è rendita importante da gestire in campo, un po' la ripetizione di quanto avvenuto nei quarti contro il Benfica. «Sappiamo di esserci meritati il vantaggio, ma sappiamo anche di dover giocare da Inter, perché l'avversario ha tantissime qualità», spiega Inzaghi, che nemmeno stavolta sfugge al paragone col passato («una delle partite più importanti nella storia dell'Inter») dimentica forse che il club gioca e vince finali (non semi) da quasi 60 anni. Vero è che nessuno fra i nerazzurri di oggi l'ha mai fatto, ma questa è cronaca e non ancora storia.

Nella vigilia di un derby c'è spazio anche per gli arbitri, ci mancherebbe. E al di là della cautela dialettica e del classico «non mi piace parlarne e cerco di non farlo mai», Inzaghi non nasconde un po' di rammarico per l'andata («l'episodio Krunic-Bastoni avrebbe potuto avere molta importanza su risultato e partita»), così come un po' di preoccupazione per il ritorno: «Ho molti amici nel calcio che mi hanno fatto notare come sia stato designato un arbitro francese, nonostante il Milan abbia 4 francesi in organico», dice lanciando il sasso e subito nascondendo la mano: «Ma non ci sono problemi, abbiamo la massima fiducia». Intanto, quel che voleva dire l'ha detto, senza peraltro che nessuno glielo chiedesse.

San Siro esaurito, per gli oltre 12 milioni che fanno un incasso, questo sì già da storia. La finale vale molto, non solo prestigio. Oltre ai 100 milioni che i due club hanno già messo insieme, solo volare a Istanbul significa 15,5 milioni di premio per partecipare alla finale, che se vinta garantirebbe altri soldi e nuovo prestigio, compresa la possibilità di giocare la Supercoppa d'Europa, magari contro un'altra italiana.

È presto per pensarci, ma di certo ci sarebbe di che divertirsi.

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