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L'Inter riparte dalla Lu-La. La coppia dice trenta per una rimonta scudetto

La squadra di Conte domina ma vince di misura. Bastano Lukaku, diciotto reti, e Lautaro, dodici

L'Inter riparte dalla Lu-La. La coppia dice trenta per una rimonta scudetto

E adesso, magari, tutto sarà davvero possibile. Meno 6 dalla Juventus, meno 5 dalla Lazio e un maxi torneo estivo con tante incognite e pochissime certezze per tutti. E se avesse ragione Antonio Conte? L'Inter c'è, anche per la corsa al titolo. La squadra ascolta e mette in pratica il grido di battaglia del tecnico alla vigilia, batte la Sampdoria in scioltezza e si rimette in pista. Poi si vedrà. In fondo, Conte dixit, in queste condizioni mai viste prime, tutto può essere davvero possibile. Specie se a disposizione in avanti ci sono tre che danno del tu al pallone e che possono fare la differenza. Eriksen che illumina, Lukaku e Lautaro che fanno gol. E sono già 30 in campionato per i due. Mica un brutto vivere per Conte.

Sulla carta, dopo la delusione di coppa Italia, questo recupero non era così facile. Era fine febbraio, era inverno. È fine giugno, è estate. In mezzo è successo di tutto. Nelle nostre vite e nel nostro calcio. Ma tant'è il calcio ci prova. E col pallone che rotola non si parla di curve di contagi, di paure, di lutti ma finalmente, piaccia o no, di lotta scudetto e lotta salvezza, gli obiettivi di Inter e Sampdoria.

Conte deve rinunciare a Sensi e Brozovic in mezzo, non esattamente due peones. Davanti Lautaro e Lukaku, chiamati al riscatto dopo la delusione di coppa Italia. A Ranieri va pure peggio, senza Quagliarella acciaccato e una formazione rivoluzionata dagli effetti post covid. «Campionato falsato, chi ha avuto il virus recupera lentamente», ha detto alla vigilia rinunciando anche al «guarito» Gabbiadini con La Gumina di punta.

Brava l'Inter a dettare la linea in avvio con un dominio totale. Soli 10 minuti e una squadra che sembra gigioneggiare, si diverte con quei tre davanti. Lautaro, Lukaku, Eriksen e ancora Lukaku che la mette facile facile per il vantaggio nerazzurro con dedica a George Floyd. Un dominio evidente, contro una Samp che sembra in gita nel deserto di San Siro. E così, quasi inevitabile, arriva il raddoppio griffato Lautaro Martinez al termine di un'altra azione manovrata da playstation contro le belle statuine blucerchiate. Proprio lui, Lautaro, criticato contro il Napoli in coppa Italia ma sempre nel mirino del Barcellona. «Che sia oggetto di attenzioni di mercato è risaputo, tante squadre lo vogliono. Se lui non manifesta la volontà di andare via, ce lo teniamo stretto», ha detto l'ad Marotta confermando, di fatto, l'insindacabilità dalla clausola da 111 milioni. Barça avvisato.

Mente sgombra, partita in archivio e testa alle prossime? No, se ti chiami Inter che un po' pazza lo resta sempre. E così in avvio di ripresa su calcio d'angolo Colley colpisce la traversa in solitudine e sulla respinta Thorsby fa 2-1 e riapre una gara che sembrava già strachiusa. Ed ecco le paure, i dubbi puntuali insieme a un evidente il calo di rendimento e un appannamento di idee. La Samp ci crede e attacca più con la foga che con la tecnica mentre l'Inter si difende più con ansia che con autorevolezza. Ma arriva sul traguardo a braccia alzate. E alla fine, quel che conta è solo il risultato e i tre punti messi in saccoccia. Magari non scintillano, magari saranno decisivi ma da qui in avanti, davvero, tutto può essere possibile. Le prime della classe sono nel mirino.

L'Inter c'è e vuole restare in corsa fino all'ultimo.

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