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L'Inter si illumina anche nel diluvio In 70 anni non è mai partita così bene

L'Inter si illumina anche nel diluvio In 70 anni non è mai partita così bene

La Juve chiama, l'Inter risponde. A Torino, sotto una pioggia torrenziale. Grazie a un primo tempo in cui i nerazzurri hanno trovato due reti: prima con Lautaro Martinez e poi con De Vrij. Duello al vertice confermato, insomma. Nonostante le condizioni atmosferiche proibitive e le assenze, gli uomini di Conte hanno fatto quello che dovevano: vincere, senza se e senza ma. Nota negativa della serata, però, lo stop di Barella: dopo avere sfiorato il 3-0 pochi minuti prima di metà gara (splendido Sirigu), il centrocampista sardo ha subìto infatti un infortunio al ginocchio destro (distorsione, da valutare nei prossimi giorni) ed è stato costretto ad abbandonare il campo.

Per il Toro, invece, un altro ko, la contestazione dei tifosi e una classifica deficitaria: meglio adesso pensare a ritrovare l'umiltà necessaria per evitare di dovere lottare per la retrocessione. In più, a rovinare la serata granata, l'infortunio di Belotti, uscito dopo nemmeno un quarto d'ora di gioco dopo essere caduto malamente a terra in seguito a un contrasto aereo.

Inter insomma su di giri. Con Martinez che, al solito, cominciava ai mille all'ora: colpo di testa di Barella su rilancio di Sirigu, difesa granata imbambolata e l'argentino certo non si faceva pregare per segnare l'ottavo dei suoi nove gol stagionali nel corso dei primi trenta minuti di gioco. Uno Speedy Gonzales imprendibile, non per nulla corteggiato dal Barcellona per il dopo Suarez. Lui e Lukaku, nonostante il campo zuppo d'acqua, rappresentavano un pericolo costante per la difesa del Toro. Che, senza Belotti, faticava a presentarsi dalle parti di Handanovic: Zaza ne azzeccava poch(issim)e, Verdi faceva appena meglio ed era invece ancora Sirigu a doversi mettere in mostra su un colpo di testa di Lukaku. Preludio del raddoppio interista, per di più: altro sonnellino (di Meitè, stavolta) su calcio d'angolo, tocco vincente di De Vrij e spicchio dei tifosi nerazzurri in festa.

Match a quel punto in discesa, anche perché Handanovic impediva a De Silvestri di trovare l'1-2 prima di metà gara: quando poi, a inizio ripresa, Lukaku metteva il punto esclamativo sulla sua serata con un destro vincente, non restava che aspettare il novantesimo. Ammirando un ottimo Brozovic e aggiornando dati e statistiche: sette successi in trasferta su sette per l'Inter, decimo gol (l'ottavo in trasferta) in tredici presenze di serie A per Lukaku. Più la conferma di quanto Conte (primo allenatore della storia interista a far andare a segno la propria squadra nelle prime 13 giornate di serie A) risulti indigesto al Toro: i granata non lo hanno infatti mai battuto, nemmeno ai tempi del Siena in B. L'attuale tecnico nerazzurro si è insomma goduto il suo ritorno a Torino cinque anni, sei mesi e cinque giorni dopo Juve-Cagliari (3-0): per rendere davvero meravigliosa questa prima parte di stagione, non gli resta adesso che credere fino in fondo alla possibilità di centrare la qualificazione agli ottavi di Champions.

Mercoledì, sul campo dello Slavia Praga, se ne saprà qualcosa di più.

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