Calcio

L'Inter tra storia e Benfica. Ma il presente è la Juve

Urna "benevola": questi portoghesi più forti del Porto però c'è spazio per sperare. E domani è già derby d'Italia

L'Inter tra storia e Benfica. Ma il presente è la Juve

Milano. Ora il difficile è non pensare al Benfica e, in questo, giocare già domani sera contro la Juventus può dare una mano a Simone Inzaghi. Poi le Nazionali e un mese ricco e sontuoso come di più non si potrebbe: la Fiorentina il primo aprile, e non sarà uno scherzo, la semifinale di Coppa Italia ancora con la Juventus e i due quarti di Champions contro il Benfica a metà delle 3 settimane successive. Tanta roba, ma è bello esserci e Inzaghi non fa nulla per nasconderlo: «Vogliamo regalare un altro sogno ai nostri tifosi».

Il sorteggio di Nyon ha strizzato l'occhio alle italiane, perché nasconderlo? Il Benfica è squadra forte (chiedere alla Juventus), molto più forte del Porto (guardare la classifica del campionato portoghese). Però c'è spazio per sognare ed è incredibile pensando a qual era il quadro dopo la sconfitta di Spezia, col tecnico un'altra volta in bilico e a un passo dalla sfiducia immediata.

Inter-Benfica è l'unico quarto di Champions che riecheggia una finale, quella del '65, vinta dall'Inter di Herrera (e di Mazzola, di Suarez e di tutti gli altri) con un gol del mitico Jair, per l'ancora più mitica papera del portiere portoghese Costa Pereira, che si fece scivolare il pallone fra le gambe, nell'acquitrino di San Siro. «Il Benfica è una grande squadra, che ha vinto benissimo il suo girone, ma anche noi abbiamo fatto bene e sapremo prepararci al meglio», sottolinea Inzaghi, memore che i portoghesi non solo hanno eliminato la Juventus, battuta 2 volte, ma hanno anche imposto 2 pareggi al PSG. Poi, negli ottavi hanno schiantato il Bruges.

L'Inter ritrova l'ex Joao Mario, già 21 gol in questa stagione, di cui 6 in Champions: numeri inverosimili, ripensando alla sua incolore esperienza italiana, 45 milioni letteralmente buttati, fra scarsi risultati, prestiti ovunque e la cessione a titolo gratuito proprio al Benfica (estate 2021), dov'è rinato. All'andata non ci sarà il campione del mondo Otamendi, squalificato. E di certo è un piccolo vantaggio.

Quello di Schmidt, tecnico tedesco del Benfica, scelto dal presidente Rui Costa, è fin qui il secondo attacco dell'intera Champions League, 23 gol in 8 partite, l'Inter ne ha segnati solo 11. Il bomber è quel Ramos (21 anni e 23 gol in stagione), che in Qatar ha sfilato la maglia a CR7, le individualità non mancano, ma la forza del Benfica è tutta nel suo gioco. A gennaio ha ceduto l'altro campione del mondo Enzo Fernandez al Chelsea, per 121 milioni di euro: i risultati non ne hanno risentito, le casse del club ne hanno tratto ampio beneficio.

Il saldo attivo delle 2 ultime sessioni di mercato sfiora i 200 milioni.

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