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Lione, la dolce Francia che sorride alla Signora

Obiettivo dimenticare Napoli. Conte: "Ora il rush finale". I galletti in crisi: "Juve per noi come il Psg". Gioca Tevez

Lione, la dolce Francia che sorride alla Signora

Allez la France lo dice anche la Juve. Il Lione non è il Napoli e le francesi si sono sempre prostrate nell'inchino alla Signora. La campagna di Francia ha portato, di pari passo, qualificazioni ed anche finali: otto su otto nelle partite ad eliminazione diretta. L'Europa chiama e Conte ne approfitta per mettersi il fiore all'occhiello: «Per il secondo anno consecutivo siamo rimasti l'unica italiana in campo: ci fa sentire pressione e orgoglio». Mozione di cuore per evitare emozioni di campo. La Juve europea non è mai stata così tranquilla e sicura come quella italiana, nemmeno nell'ultimo giro con la Fiorentina.
Dunque antenne alzate, troppo facile pensare douce France quando il campionato ha suonato qualche campanello d'allarme. Eppoi occhio a non lasciarsi blandire dai francesi. Remi Garde, l'allenatore del Lione, ci ha provato. «La Juve è come una montagna da scalare. Forte come il Paris Saint Germain». Peccato che il Psg sia ancora in Champions, la Juve retrocessa in Europa League: qualche differenza ci sarà. E chissà mai che Gomis e Lacazette, la 23enne pepita d'oro dei francesi, 20 gol in 44 gare, non riescano a traversare le linee bianconere solitamente ben fornite.
Da qualche tempo, invece, infortuni e malessere della forma rendono la Juve meno rassicurante. Pesa la necessità di poter usare solo tre difensori. Troppi infortuni, riepiloga il tecnico che si consola guardando in casa altrui. «In fatto di infortuni è una bella lotta fra noi e i francesi». Al Lione mancano due difensori e un centrocampista, la Juve ha aggiunto Vidal ai suoi. Conte ha già messo in cantina la sconfitta con il Napoli. «La considero fisiologica, dopo un periodo in cui si è vinto tanto. Spero ci dia forza per il rush finale a cominciare dalla partita con il Lione».
Per il Lione torna un leone: Carlitos Tevez ruggisce agonismo, se non gol. L'Europa sta diventando stregata per le sue aspirazioni di goleador, ma la Juve se lo coccola anche in astinenza. L'Apache garantisce classe e leaderismo. Nello Stade de Gerland, Conte gli affiancherà Vucinic (salvo ripensamento sullo spompato Llorente) ripescato dopo sei mesi al ruolo di titolare: l'ultima ancora in Europa con il Galatasaray, un'esperienza sfortunata in tutti i sensi. Poi infortuni e quel pasticciaccio con l'Inter gli hanno rovinato la stagione e forse il futuro. Un colpo basso per Osvaldo, che proprio non entra nei meccanismi, magari non ha fatto patti con al fortuna.
Juve che non può permettersi di perdere colpi contro questo Lione in evidente affanno nel suo campionato: appena battuto dal Saint Etienne. Sarebbe un colpo basso alla credibilità della Juve tirannica di casa nostra ed anche a quella di questa Europa di secondo piano: in quattro partite ha mai perso. Ieri Marchisio si è lamentato del pessimismo tanto al chilo per l'ultima sconfitta: «Continuo a vedere aumentare il distacco fra noi e le seconde e qualcuno dice che la tirannia è finita».

Basta spiegarlo con i gol, fra l'altro il Lione, in Europa league, ha segnato il doppio dei gol bianconeri (12 contro 6), una ragione in più per smentire il trend e mettere a tacere le cattiverie, non proprio infondate, di Mourinho.

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