L'irriconoscibile Fabbri. Il suo è un peso di delusione

Il toscano fa 22 metri solo al primo tentativo (nullo) poi sotto la pioggia nessun lancio da medaglia: è 5°

L'irriconoscibile Fabbri. Il suo è un peso di delusione
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Parigi Il peso della pressione. Finisce a mani vuote Leonardo Fabbri: non arriva la gemma olimpica che tutti si aspettavano. L'argento mondiale in carica del getto del peso non riesce a confermare i livelli di eccellenza di questo 2024: il fiorentino dell'Aeronautica chiude in quinta posizione con 20.96 meri. È arrivato scarico Leo, forse con troppa pressione in corpo che non lo ha aiutato. Era consapevole di poter ambire al podio, per alcuni anche il gradino più alto. Ma non è andata come sperato. Fabbri ha esordito con un nullo, seguito dal 20.96 di cui sopra, poi altri quattro nulli. Nel mentre è iniziata a scendere la pioggia e la pedana si è bagnata: l'imbufalito Leo ha protestato, chiedendo che si asciugasse; ma gli organizzatori da campionato regionale per la pedana non hanno mosso un dito. Lo stesso Ryan Crouser, l'americano poi d'oro, ha provato a convincerli. Ma niente, nessun intervento. La situazione si è fossilizzata e, intanto, la possibilità del nostro Fabbri di vincere la medaglia svaniva. Era tutto finito.

Quella del fiorentino era data alla vigilia come una delle medaglie certe per l'atletica azzurra, e invece arriva un'altra delusione dopo i due risultati negativi nella marcia. L'unica piccola buona notizia è che ha chiuso quinto e non settimo, dopo che il 21.70, inizialmente annullato, è stato ristabilito. «Una serata agrodolce - commenta sconsolato -, sono stato bravo a fare 21.70, poi è iniziato a piovere e mi stavo per fare male. Sono contento perché sono 5° all'Olimpiade in un momento in cui il getto del peso è ad altissimo livello. Sono uscito e mi hanno applaudito, perché sanno che sto facendo qualcosa di importante». Ma la delusione resta.

Già ieri il titano di Bagno a Ripoli non aveva entusiasmato. Nel senso che aveva ottenuto l'accesso alla finale con il brivido. Un segnale di nervosismo e poca serenità. Quest'anno Fabbri era stato autore di una stagione perfetta: dieci vittorie su dieci gare all'aperto. In una di queste è salito fino al 22.95, a Savona, superando lo storico record italiano (22.91) di Alessandro Andrei, battuto dopo 37 anni. Dopodiché, a giugno è arrivato l'oro europeo a Roma, che ha preceduto la vittoria in Diamond League a Londra davanti a Crouser, dominatore indiscusso della specialità, che ieri ha trionfato per la terza volta di fila. Il primatista mondiale con 23.56 si è imposto con 22.90, misura già ottenuta quest'anno da Fabbri - e questo fa crescere il rammarico - davanti al connazionale Joe Kovacs (22.15) e al sorprendente giamaicano Rajindra Campbell (stessa misura di Crouser, ma con un nullo in più). Un undicesimo l'altro azzurro Zane Weir.

Ottava nel triplo la Derkach, ultima la Dosso nella semifinale dei 100 e, dopo l'argento europeo di Roma, la 4x400 mista del quartetto Luca Sito, Giancarla Trevisan, Edoardo Scotti e Alice Mangione non va oltre la 7a posizione nella gara vinta dall'Olanda di Femke Bol.

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