L'Italbici sarà ancora spettatrice tra i big

Nelle corse su strada siamo al minimo sindacale: manca l'erede di Nibali

L'Italbici sarà ancora spettatrice tra i big

Dal Tirreno all'Adriatico per verificare a che punto è il ricambio generazionale del nostro movimento: è ancora in alto mare o possiamo cominciare ad ambire a qualcosa? Per il momento siamo proprio al minimo sindacale. Dicono: ci manca il corridore per le corse a tappe, come se disponessimo di un velocista di rango o di un cacciatore di classiche di livello mondiale. La verità è che ora, per quanto riguarda la strada, abbiamo davvero poco: qualche buon corridore di prospettiva, qualche usato sicuro e poco altro. Il passaggio da Nibali ad un qualcosa di non ancora ben definito è tutt'altro che semplice e scontato. Ci vuole pazienza e per il momento è bene non farsi troppe illusioni.

Tutto è pronto per la 58ª Tirreno-Adriatico che scatta oggi da Lido di Camaiore con una crono individuale di 11,5 km per la gioia di Filippo Ganna, che in materia ha tutte le carte in regola per lasciarsi alle spalle tutti. Sette tappe, da oggi al 12 marzo, per una sfida che vede al via alcuni dei più forti corridori del panorama mondiale. Mancano Pogacar e Vingegaard (impegnati alla Parigi-Nizza, partita ieri, con la vittoria di Tim Merlier, di italiani neanche l'ombra)? No problem: ci sono tutti gli altri. Da Roglic (vincitore dell'edizione 2019) che rientra dopo l'infortunio alla spalla, a Hindley (vincitore del Giro d'Italia 2022), passando per Yates (vincitore dell'UAE Tour 2020), Mas (secondo classificato alla Vuelta a España 2022) e Landa (terzo nell'ultima edizione). Tra i grandi nomi al via ci sono anche il fresco vincitore della Strade Bianche Pidcock, i fuoriclasse Van Aert e Van Der Poel, così come l'ex iridato Alaphilippe e i nostri Ganna, Caruso e Ciccone. Con loro Joao Almeida, Vlasov, Pinot, Jakobsen, Sagan, Cavendish, Girmay, Geoghegan Hart, Groenewegen, Kwiatkowski (vincitore dell'edizione 2018) e Van Avermaet (primo nel 2016). Insomma, cast di livello e spettacolo assicurato.

Soprattutto da due guastatori del calibro di Van der Poel e Van Aert, che hanno nel loro DNA il gene della sfida. Ma se per puro caso, tra cotanto senno, un Ganna, un Caruso o un Ciccone riuscissero a trovare un pertugio, non sarebbe male per il nostro umore.

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