Sarà difficile pensare che tutti, proprio tutti, stiano svegli a vedersi la nazionale. Non solo perchè il gioco potrebbe far dormire, ma anche per l'orario: partenza alle 22, a nanna entro mezzanotte. Se poi la nazionale ne uscirà male c'è il rischio di rovinare il sonno a lavoratori e studenti.
Peccato non vedersi uno Spagna-Italia in orario canonico, ma forse meglio se sarà la solita solfa: Italia in affanno come capita da decenni quando gioca in Spagna e, comunque, da quando la Spagna comanda da campione d'Europa e del mondo. Sarà l'ultima grande amichevole degli azzurri prima del mondiale, poi ci saranno due stages e tre amichevoli meno impegnative dal punto di vista della pressione e del carico di responsabilità dove, fra l'altro, il ct conta di rivedere Pepito Rossi. Altrimenti, per lui, addio mondiale.
Italia che fa venir il mal di testa al povero Prandelli, ancor prima di scendere in campo al Vicente Calderon, stadio dove fra una settimana non dovrà farsi rosolare il Milan dall'Atletico Madrid. Quando si tratta di mondiali ed europei non c'è da invidiare alcun commissario tecnico, ma se parliamo di Brasile, Argentina e Italia il tiro al piccione è assicurato. Viste le ultime sfide non c'è neppur da invidiare il buon Buffon che ha raccolto gol come piovesse dai diavoli della maglia rossa, stasera vestiti con la divisa di riserva seppur giochino in casa: marketing is marketing.
Italia in azzurro non proprio tenebra, Prandelli con la faccia scura: per un giorno aveva vestito i panni del condottiero senza paura, ieri è tornato in vesti più clericali cercando la pace e il bene di tutti. Quasi a voler ricreare il gruppo. «Le energie vanno indirizzate verso la squadra, verso il progetto per i Mondiali: quando inizieranno saremo tutti italiani e sventoleranno le bandiere. Basta polemiche inutili. Mi sono sentito svuotato», ha raccontato. Conte e De Rossi sono avvisati: non sparate sul pianista. Sennò le sconfitte d'Italia e i pasticci del ct saranno addebitati a voi.
Sarà partita nobile per storia ed anche per gli spunti che potrà raccontare. Prandelli ieri ha provato senza Pirlo, vuol rivedere Cerci, uno dei pochi con il guizzo che conquista. «Non avremo la possibilità di segnare 4-5 gol e creare: Alessio sarà in campo e saremo tutti molto attenti a capire la crescita del ragazzo».
Comunque vada, ci sarà da soffrire. Lo dice il ct: «I rischi sono tanti. Se pensiamo di difendere e fare un contropiede ogni 20 minuti sarà sofferenza. Cercheremo di difendere molto più alti. Vedremo qualcosa dal punto di vista della crescita e della personalità». Lo dice la storia: gli azzurri in Spagna hanno giocato nove volte e vinto una sola. Quando la maglia azzurra era vestita dal Grande Torino: addì 27 marzo 1949. Nelle ultime tre amichevoli spagnole hanno sempre perso.
Quindi Prandelli avrà discreti grattacapi, chissà che la visita di Ancelotti non l'abbia illuminato. Il ct si è portato l'oriundo numero 42 della storia nazionale: Gabriel Paletta, pescato a Parma, argentino di Calabria e italiano per scelta. Del resto come prescindere da certe scelte? Sottolinea il ct: «Nell'ultimo turno di campionato ha giocato solo il 38% di italiani». Dunque, calcio avvisato e, forse, mezzo salvato. Non ci sarà Balotelli, ma non facciamone un dramma.
Il consiglio è di Buffon: «Una squadra per essere considerata grande, matura e robusta non deve avere dipendenza: si tratti di Balotelli, Buffon, Pirlo, De Rossi o Chiellini». E il portierone è pronto a prendersi le responsabilità: «É il momento più bello, queste responsabilità arrivano a puntino perché ho età e maturità abbastanza giusta per districarmi in tutto». L'Italia non si sa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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