L'Italia ha i numeri da potenza del nuoto

Sei ori, 22 medaglie, 44 finalisti: dietro Pellegrini e Paltrinieri ora c'è una Nazione

L'Italia ha i numeri da potenza del nuoto

Tutto è racchiuso in due paroline: continuità e novità. L'abbuffata del nuoto è di quelle che non lasciano il peso sullo stomaco. Anzi, sollevano lo spirito e alleggeriscono gli animi. Nell'Italia dello sport non capita spesso. Dite scherma e non sbagliate. Aggiungete nuoto e forse vi fermate. Non è un caso che scherma e nuoto lavorino sul ricambio, sappiano coltivare orti dai quale veder spuntare germogli. Stavolta il nuoto è andato oltre l'ottimistico pensare. Immagini e cifre parlano da sole: Simona Quadarella tre volte d'oro è una fotografia che non si stingerà mai ed entra nel guinness delle grandi imprese. Le mani levate, a segnalare il triplete, vanno a stringere quelle di Novella Calligaris prima medagliata europea, mondiale e olimpica al femminile, ma pure quelle di Franceschi, Fioravanti e Fede Pellegrini primi italiani a far doblete tra Europei, Mondiali e Olimpiadi.

Stavolta più che mai l'anello di congiunzione tra passato relativamente recente(da Sidney 2000 in poi: Rosolino e soci) e next generation sembra dare un senso a tutto il movimento e alla storia del nuoto azzurro. C'è continuità, i campioni reggono, qualcuno era assente (Detti), altri (Pellegrini e Paltrinieri) se la sono presa comoda, ma le facce nuove ti dicono che qualità e novità sono bella rima, il gruppo vecchi-giovani ha vinto la battaglia. Tutti insieme appassionatamente hanno composto un medagliere: il turbo Alessandro Miressi e l'imprevedibile Federico Burdisso, miss sorriso Margherita Panziera e la tenace Ilaria Cusinato, il peperino Arianna Castiglioni e l'introverso Piero Codia, l'aristocratico siluro dei 50 sl Andrea Vergani, Elena Di Liddo e i ragazzi delle staffette, gli inossidabili Fabio Scozzoli, Luca Pizzini e Luca Dotto, la tosta Carlotta Zofkova. Nel mucchio una pioggia di medaglie di bronzo, che poi dimostrano la forza del movimento. Sembrava non ci fosse gara senza azzurro con il bronzo al collo.

I tre ori della Quadarella potrebbero mettere sotto il tappeto altre mancanze. Quante volte Federica Pellegrini ha nascosto pecche del movimento, raccolto medaglie e primati e tutti felici e contenti. Stavolta il nuoto può esserlo davvero, cifre e numeri raccontano una linea: 22 medaglie, 11 di bronzo, 44 presenze in finale (37 individuali, 7 staffette), 14 record italiani, un primato cadetti e due juniores, 39 primati personali. Mancava l'emergente Nicolò Martinenghi, ma sono affiorate altre facce. Inutile scommettere sul domani, meglio godersi l'oggi che spiega la crescita raccontando di duemila giovani nuotatori nei campionati di categoria, eppoi lavoro sulla formazione e aggiornamento, investimenti economici, centri federali a pieno ritmo.

Il nuoto è ripartito nel Duemila con Rosolino e Fioravanti, si è coccolato la Pellegrini, ha pescato Paltrinieri, oggi può credere nel siluro Miressi e nella tigrotta Quadarella.

Non c'è vuoto dietro i campioni: per ora è un brulicare di gente affamata. Le medaglie europee non saranno pesantissime, ma sfamano e affamano. L'Italia seconda dietro alla Russia, nella classifica per nazioni, è un altro segnale che 6 ori fanno un gruppo, 22 medaglie fanno una nazione.

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