L'Italia s'è desta: "Sempre sotto tiro. Giudici sbrigatevi"

Chiellini: "Arrestare calciatori fa notizia ma passano i mesi e non succede nulla". Abete: "Prudenza, nessun nuovo filone"

L'Italia s'è desta: "Sempre sotto tiro. Giudici sbrigatevi"

Negli occhi sono ancora vive le immagini del 28 maggio scorso, con il blitz all'alba della polizia nel ritiro azzurro di Coverciano per effettuare delle perquisizioni a Domenico Criscito, raggiunto da un avviso di garanzia della procura di Cremona, circostanza che gli costò la convocazione all'Europeo con conseguenti polemiche. Da allora l'ombra delle scommesse, che ha riempito l'estate di arresti e processi sportivi, non ha mai lasciato l'ambiente azzurro.
Il difensore dello Zenit - ancora indagato a Cremona ma prosciolto a Genova per la storia del derby con la Samp - è tornato nel gruppo azzurro. Così come Andrea Ranocchia, il cui nome è stato tirato di nuovo in ballo per la sua iscrizione nel registro degli indagati a Bari, situazione comunque già nota a Cesare Prandelli. «Sono tranquillo», si è limitato a dire il difensore dell'Inter prima di imbarcarsi sul volo per l'Armenia. Tranquillità che ostenta anche il ct, anche se tutta la nazionale è ripiombata in un clima analogo a quello pre-Europei, fatte le debite distanze.

Cinque mesi fa Buffon - a sua volta coinvolto (ma non indagato) in una storia di assegni pagati a una ricevitoria di Parma per scommesse - prese le difese del calcio contro le strumentalizzazioni delle procure. Questa volta le parole del capo della polizia Manganelli aumentano timori e attese, ma non ci sono blitz da affrontare o esclusioni da valutare. «Manganelli si riferisce a inchieste aperte e a filoni noti e di cui la procura federale attende gli sviluppi, invitiamo alla prudenza, è presto per dare giudizi», si affretta a precisare il presidente Figc Abete. In ogni caso la toga d'avvocato difensore la veste un altro azzurro della Juventus, Giorgio Chiellini. «È sempre la stessa storia: non c'è il campionato, meno partite, la nazionale fa clamore, e rispuntano discorsi del passato. E poi alla fine non succede nulla: ingiusto, ma normale», l'amareggiato commento del difensore bianconero.
I tempi a due velocità della giustizia ordinaria e di quella sportiva, le attese per situazioni sospese sono esattamente ciò che infastidisce gli azzurri. «Non sono addentro ai meccanismi della giustizia - ha detto Chiellini -, ma vorremmo tutti che la situazione si risolvesse rapidamente. E da persona comune, l'auspicio è che ci sia maggiore celerità nella giustizia. Noi alla Juve ci siamo passati con Pepe e Bonucci: per tanto tempo citati e poi risultati estranei. C'è poi il caso di Mauri, che è davvero esemplare. È stato in carcere, poi rilasciato, ora gioca: ed è successo tre o quattro mesi fa. Da qualche parte l'errore ci sarà, no?».

Chiellini precisa di non aspettarsi trattamenti di riguardo, ma neanche il contrario. «L'arresto di un calciatore fa notizia: non è questione di sentirsi sotto tiro - sottolinea l'azzurro -. Ma sono fatti: persone sono state date per colpevoli, poi sono passati mesi e non è successo nulla». Il filone di inchiesta di Bari ha anche riacceso l'attenzione attorno ad Antonio Conte. Che però è solo persona informata dei fatti e non indagato per la stessa vicenda che riguarda Ranocchia. «Non credo si ripeta lo stesso copione - la convinzione del difensore -. Tutti dobbiamo aspettare di sapere bene le cose, senza fermarci agli spifferi... Ma sul nostro allenatore sono tranquillo, la sua situazione è superata e non vediamo l'ora che possa tornare in panchina».

Ieri pomeriggio la partenza per Yerevan dopo che Prandelli ha testato a Coverciano la possibile formazione da schierare contro l'Armenia. Ci saranno ben otto azzurri scesi in campo nella semifinale europea di Varsavia con la Germania, la più convincente vittoria della gestione Prandelli: ritorno alla difesa a 4 dove troverà spazio il «ripescato» Criscito che giocherà ancora con la maschera protettiva per la recente operazione allo zigomo (unico ballottaggio a destra tra Abate e Maggio) e al modulo basato sulla rotazione dei centrocampisti.

Davanti Osvaldo - che in Polonia e Ucraina non c'era ma che ora è avanti ad altri

nella gerarchia degli attaccanti - farà coppia con Balotelli. Una coppia in dissidio tutt'altro che nascosto con i propri allenatori Zeman e Mancini. E vista da questa angolazione, la Nazionale è finalmente un'isola felice.

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