Un tunnel dal quale sarà difficile uscire. Un tunnel imboccato nella notte del Bernabeu il 2 settembre 2017, quando la Nazionale di Ventura - con la sonora batosta subita dalla Spagna - iniziò a perdere le poche certezze che aveva. A partire dal fallimento del 4-2-4, riproposto come modulo guida solo con Israele e Albania. È passato poco più di un anno e il calvario dell'Italia non è finito: il processo di ridimensionamento internazionale, che ha vissuto l'atto più drammatico nel playoff con la Svezia che ci ha negato il Mondiale, è inarrestabile.
L'approdo di Roberto Mancini non sembra aver portato per ora risultati concreti. La ciurma azzurra è approdato a metà della traversata in Nations League senza il conforto dei risultati, del gioco e degli uomini da cui ripartire fra un mese: uno scenario compatibile con la lenta e complicata ricostruzione di un sistema che vive il peggior momento della sua storia. Il ko maturato a Lisbona contro il Portogallo orfano di CR7, e deciso dall'incompreso (in Italia) André Silva, mette gli azzurri di fronte alla cruda realtà di lottare per evitare lo smacco della retrocessione in serie B. E siccome il gol è il sale del calcio, se manca quello ecco che i risultati non possono che essere negativi. Solo nove quelli realizzati in 13 partite disputate nell'ultimo anno e per di più con marcatori diversi che non sono tutti attaccanti. I quali, a prescindere dallo stato di forma, una volta imboccata la porta di Coverciano faticano a trovare quella avversaria.
Da Ventura a Mancini passando per l'interregno di Di Biagio l'unica vera novità è il ripescaggio di Balotelli. Lui di reti in azzurro ne ha segnate 14 in 36 gare e il suo unico timbro nella nuova era è quello con l'Arabia Saudita. La deludente prestazione contro la Polonia di SuperMario, rimasto a Nizza dopo mesi di tira e molla per essere ceduto, non è passata inosservata sulla stampa francese. In particolare l'Equipe ha rivelato che alla ripresa dell'attività dopo le vacanze, Balotelli si sarebbe presentato in evidente sovrappeso, oltre 100 chili, quando il suo peso forma dovrebbe essere intorno a 80.
Belotti, Immobile e Zaza ne vantano 15 in tre in 71 presenze e anche loro negli ultimi dodici mesi azzurri hanno realizzato una sola volta - il centravanti granata sempre agli arabi, quello laziale a Israele ormai un anno fa, Zaza nell'amichevole di giugno con l'Olanda -. Un centro a testa per Candreva (nell'ultima vittoria dell'Italia in gare ufficiali nell'ottobre 2017, ora è sparito dai radar azzurri) e Insigne (il rigore all'Inghilterra e un azzurro Nazionale che lo ispira poco). I sempreverdi Bonucci e Chiellini e il regista Jorginho, il cui penalty ci ha regalato l'unico punto in Nations League, completano lo scarno elenco dei nostri marcatori.
Il paragone con le altre big fa capire il gap attuale dell'Italia. Guardando il cammino nell'ultimo anno, la Francia campione del mondo ha segnato 30 gol in 15 partite, il Brasile 23 in 13, la Croazia approdata alla finale iridata 28 in 18.
Persino il Portogallo che ci ha battuto lunedì ha realizzato 20 reti in 15 gare, la Spagna 41 in 15, l'Inghilterra 27 in 14, la Germania pure in crisi 22 in 12. Numeri impietosi sui quali Mancini dovrà riflettere. Magari sperando in qualche stellone in arrivo dal nostro campionato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.