Europei 2020

La lode a un gruppo fondato sull'unità

L'Italia è campione d'Europa. Leggi il pagellone degli azzurri

La lode a un gruppo fondato sull'unità

DONNARUMMA 9 Il suo destino è non essere profeta in patria. I fischi dell'Olimpico contro il Galles, li ha zittiti con le parate contro Austria e Belgio, in particolare su De Bruyne, e quelle decisive sui rigori di Morata in semifinale e Sancho e Saka in finale. Vola a Parigi da mvp dell'Europeo.

SIRIGU 7 Il voto va oltre il minuto giocato. Motivatore del gruppo. I suoi messaggi sono diventati fonte d'ispirazione, ultimo il video d'incoraggiamento con i familiari degli azzurri.

BONUCCI 9 Il gol agli inglesi ne fa il più vecchio a segnare in una finale europea, infallibile dal dischetto nelle due lotterie con Spagna e Inghilterra. «Mangiate la pastasciutta» urla agli inglesi mentre si sciacqua la bocca sul podio di Wembley.

CHIELLINI 9 Il capitano, il vecchietto. L'inno cantato a occhi chiusi, a cercare ispirazione. Ha tracciato la strada con la Turchia, si è fermato con la Svizzera. È tornato per Lukaku, non ha ballato con il falso nueve spagnolo prima di prenderle tutte con gli inglesi. Il ricordo di Astori è il gol segnato al Quirinale.

SPINAZZOLA 9 L'arma letale fino a Monaco di Baviera. Il miglior terzino dell'Europeo, tradito da un tendine contro il Belgio, ma la sua firma sul trionfo è tra le più grandi. In stampelle a Wembley è una delle istantanee più belle.

FLORENZI 6 Tradito dai muscoli, fa gruppo sparando con la cassa portatile «Notti magiche», da Roma a Londra.

DI LORENZO 7 Ha dovuto scalare una montagna, dalla serie C a Wembley. Simbolo della gavetta, esempio dell'Italia operaia che ce la fa.

TOLOI 6 Il terzo degli oriundi. Un gettone vero e minuti per dare sostanza alle vittorie.

EMERSON 7 Quando Spinazzola si ferma, si fa trovare pronto non finisce schiacciato dal confronto. Urla l'inno come gli altri due brasiliani «naturalizzati», simbolo di un'Italia ovunque nel mondo.

ACERBI 7 Quando capitan Chiellini deve rifiatare, lui non batte ciglio. La panchina lunga che dà sicurezza, ventisei giocatori, tutti fondamentali.

JORGINHO 8,5 L'Europeo della Champions. Roba da pallone d'oro. Faro dai piedi brasiliani, ma cuore italiano della Nazionale. Il pallone a lui è in cassaforte.

VERRATTI 8 Gli riesce in azzurro, quello che non trova da dieci anni a Parigi: vincere in Europa. Aspettato nonostante l'infortunio. Con Spagna e Inghilterra, si è capito perché.

LOCATELLI 8 Accende la seconda notte romana, quella con la Svizzera con una doppietta alla Tardelli. Valore aggiunto.

PESSINA 7,5 Puntuale nell'esaltare gli schemi su punizione di Gianni Vio con il Galles. Diventa uno dei primi ragazzi di Wembley, castigando l'Austria. Il suo diario di bordo è diventato documento scritto di un gruppo che ha fondato la sua forza sull'unità.

BARELLA 7,5 Non un Europeo all'altezza dello scudetto dell'Inter. Ma il gol bellissimo con il Belgio lancia la volata azzurra alla coppa.

CRISTANTE 6,5 Quando in mezzo al campo c'è bisogno di centimetri e sostanza, tocca a lui come ha spiegato Mou.

CHIESA 8,5 Il ragazzo di Wembley, che incanta in campo e con il suo inglese. Il più europeo degli azzurri. Spacca la Svizzera, azzanna la Spagna e suona la carica con l'Inghilterra nel momento più difficile. È l'uomo delle gare secche.

INSIGNE 7,5 Il tiraggiro gli riesce solo una volta, ma che spettacolo con il Belgio.

BERARDI 7,5 Parte titolare, finisce da riserva. Non per bocciatura, ma perché Chiesa diventa devastante: i primi gol azzurri li inventa lui.

IMMOBILE 7 Due gol all'Olimpico, poi si immalinconisce lontano da Roma sotto le critiche di un'Italia senza «nove». Ma in maniera colorita ricorda: «Io continuo a vincere...».

BERNARDESCHI 6 Mancini lo ha voluto a tutti i costi. Lo ripaga non sbagliando i due rigori.

BELOTTI 6 Quando Ciro cala, lui non si fa trovare pronto. Sbaglia anche il primo rigore della lotteria finale.

CASTROVILLI, RASPADORI, BASTONI E MERET SV Un oro alla prima in azzurro da comprimari. Pochi minuti o zero presenze come il portiere del Napoli. Ora c'è da conquistare un mondiale da protagonisti.

MANCINI 9 Il ct visionario che ha creduto fin dall'inizio al miracolo, per poi finire lui stesso senza parole davanti al capolavoro dei suoi ragazzi. Un gruppo con la missione di divertire, il suo spot il colpo di tacco al volo regalato su una palla vagante in fallo laterale.

Il fenomeno è in panchina.

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