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La Lombardia traina il calcio fra stranieri e storie italiane

La Lombardia traina il calcio fra stranieri e storie italiane

Razza padana, così tanto per provocare.

Si intende la presenza di cinque squadre lombarde in serie A, grazie al ritorno della Cremonese e all'esordio storico del Monza.

Non trattasi di notizia esclusiva, nella stagione 1951-52, le lombarde furono sei, le due milanesi quindi Como, Pro Patria e Legnano, quest'ultima poi retrocessa a fine campionato. Comunque siamo al venticinque per cento del patrimonio del calcio che conta. Segnale di potenza finanziaria si usa dire, forse è anche coincidenza, metà delle proprietà è in mano a stranieri, cinesi e americani, restano italiane le neopromosse con Berlusconi e Arvedi azionisti di maggioranza. Dalla Lombardia sono partiti grandi protagonisti del calcio nazionale, Gigi Riva e Boninsegna, Facchetti e Scirea per citare i simboli di un'epoca, di uno stile ma va aggiunto che altre realtà hanno segnato la storia, Brescia e Varese, dovendo sottolineare come il Como stia crescendo con l'arrivo di un nuovo investitore, anzi due, i fratelli Hartomo, Robert e Michael, imprenditori indonesiani nel campo immobiliare e del tabacco, titolari di un patrimonio di oltre 45 miliardi di dollari e, in base alle classifiche di Forbes al 64esimo (Robert) e al 69esimo (Michael) posto tra i più ricchi del mondo.

Si può dunque preannunciare uno scenario ancora più forte per il calcio lombardo, in un territorio che attira gli investimenti anche se poi costretti a fare i conti con gli ostacoli burocratici e amministrativi del nostro Paese.

Il Milan sta cambiando i propri azionisti di riferimento, l'Inter è alla ricerca di soci o di eventuali compratori, l'Atalanta ha ceduto il pacchetto di maggioranza ma ha conservato, con i Percassi, la gestione, restano le favole, si fa per dire, della Cremonese che fu di Domenico Luzzara con Vialli e Mondonico e del Monza che, con Silvio e Paolo Berlusconi e l'esperienza di Adriano Galliani, ha voglia di spiazzare il teatro della serie A.

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