«Pensiero laterale e riflessione nellautomotive» fa parte della collana «I quaderni di Anticrisi day» editi da CasadeiLibri editore. Il volume pubblica i documenti e gli approfondimenti scaturiti dal convegno del novembre 2011 sui temi legati alla crisi dellautomobile e, in particolare, a quella della distribuzione.
Un altro quaderno uscirà tra alcuni mesi e sarà lideale continuazione di un discorso avviato per cercare di unire, in maniera trasversale, tutti i protagonisti del mondo dellauto. Loris Casadei - che oltre a essere uno degli ispiratori e leditore delliniziativa è amministratore delegato di Porsche Italia - ha parole preoccupate per il mondo della distribuzione dellauto, che dal 2008 ha perso circa 10mila posti di lavoro: «Viene dedicata unattenzione diversa agli avvenimenti. I giornali sono stati sommersi di informazioni su Termini Imerese, una fabbrica che occupa circa 1.500 persone; ma non si sono occupati, se non sfiorandoli, dei problemi legati alla rete commerciale dellautomobile, che ha bruciato quanto sette volte i posti della fabbrica della Fiat. I nostri dipendenti che perdono il lavoro sembrano non aver peso perché sono polverizzati in tutto il Paese e, soprattutto, perché non rappresentano un centro di potere sindacale».
A quelli persi nella distribuzione vanno aggiunti i posti ridotti nei settori della componentistica, dei carburanti, della manutenzione, delle officine. Tutto luniverso dellautomobile sta soffrendo senza, peraltro, riuscire a intravedere una prospettiva concreta: «Riflettiamo su quello che sta accadendo nel tentativo di far nascere aggregazioni e iniziative concrete per affrontare la realtà con strumenti nuovi».
Per questo, nel quaderno si insiste molto sul concetto di «trasversalità»: «Finora il mercato dellauto è sempre stato guardato con prospettive settoriali - concessionari, clienti, associazioni, case, governo - senza cercare di trarre un linguaggio e un messaggio comuni. Adesso i tempi sono maturi per cercare di capire gli elementi della profonda crisi attuale e per dare delle risposte adeguate».
Il macrosettore dellauto, escluse le fabbriche, è ad alta densità lavorativa. Casadei dà unindicazione: al convegno del novembre scorso erano presenti cento imprese, che rappresentano l11% della distribuzione auto in Italia, per un totale di 4mila addetti e 290 milioni di euro di patrimonio netto. Si può calcolare che il solo mondo delle concessionarie provviste di mandato, senza nemmeno considerare le officine autorizzate, dia lavoro a non meno di 40mila persone».
Che cosa pensa della crisi? Chiediamo a Casadei. «Siamo di fronte a una crisi strutturale e non congiunturale. Niente sarà più come prima. Cambierà il mercato e non tornerà più ai livelli che abbiamo visto tra il 2000 e il 2008. LItalia dal 2008 a oggi ha perso il 21,4% della sua produzione industriale. Una quota che sarà difficile riconquistare. È come dire che è diminuita di un quinto la capacità produttiva del Paese e di conseguenza la sua presenza e il suo peso nel mondo».
E il settore dellautomobile? «Risente dello stato complessivo delleconomia. Non vediamo un pensiero strategico a livello di governo. Tante misure sembrano non pensate. Non possiamo, ovviamente, che essere critici».
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