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Lotito, il Covid e la sindrome da primo della classe

La Lazio ha annunciato di aver vaccinato tutta la squadra durante il ritiro in Veneto

Lotito, il Covid e la sindrome da primo della classe

Claudio Lotito, presidente della Lazio e fino a qualche giorno fa proprietario - attraverso figlio e cognato - anche della Salernitana, ora affidata a un trust, ha sempre avuto la sindrome da primo della classe. L'ha avuto anche all'alba della pandemia quando, in piena assemblea di Lega, continua a ripetere ai colleghi presidenti: «Il virus se stà a ritirà». E tiene a lucidare questo primato personale più che a collezionare successi calcistici. Di ieri l'annuncio solenne che «tutta la Lazio è stata vaccinata», con una precisazione molto interessante. E cioè: che l'iniziativa è stata presa prima dell'appello rivolto da Mario Draghi. Capitasse mai che qualcuno lo considerasse secondo dietro il premier che col green pass ha dato un'accelerata alla campagna inimmaginabile. E per dimostrare lo ius primae idee ha citato a testimonianza l'interessamento del presidente della regione Veneto Zaia a cui ha chiesto collaborazione perché l'operazione avvenisse con la Ussl Belluno competente per territorio visto che la Lazio si trova in quella regione per svolgere la preparazione.

Diciamolo subito: la Lazio ha dato un bell'esempio di senso civico, come ha orgogliosamente rivendicato in una nota d'agenzia. Di sicuro, a Formello, non ci potranno essere no vax, come purtroppo invece è capitato ad altri club (Udinese ultimo esempio, ndr).

Lotito è allora da elogiare perché ha capito al volo, nell'occasione, e in assenza ancora di campionato e coppe, che non è più il caso di rischiare procedimenti disciplinari come gli è successo nella passata a stagione a causa di una serie di calciatori classificati come negativi da un laboratorio di fiducia di Avellino e invece refertati come positivi, quindi esclusi dalle competizioni, dal laboratorio fiorentino che ha svolto esami sui tamponi per conto della Nazionale e dell'Uefa.

In quell'occasione il senso civico si era un po' distratto ma c'era un campionato da onorare e qualche gol in zona recupero poteva tornare utile.

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