Il primo ko stagionale della Roma (che è anche il primo poker esterno in campionato subito da Mourinho nella sua esperienza sulla panchina giallorossa) è la logica conseguenza della gara che va in scena alla Dacia Arena. La squadra di Mourinho esce con le ossa rotte, pagando gli errori individuali sui primi due gol friulani (quello ingenuo di Karsdorp su Udogie e quello tecnico di Rui Patricio su Samardzic), la sterilità offensiva nonostante l'utilizzo nella ripresa anche di Belotti - che sui titoli di coda subisce un fallo di rigore ma era in fuorigioco - oltre che la prodezza di Pereyra e il tocco di Lovric tra le gambe del portiere. Brava l'Udinese di Sottil (terzo successo di fila) a mettere subito in campo la giusta vigoria, a sfruttare le occasioni concesse dagli avversari, a restare compatta su ogni azione d'attacco della Roma e a indirizzare così la gara a suo favore.
Josè Mourinho, abile a livello comunicativo, aveva avvertito i suoi sull'insidiosa trasferta. Un messaggio indiretto senza citarlo (l'arbitro Maresca, gara senza macchie per lui) dopo quanto era accaduto in Roma-Milan nella passata stagione, un messaggio diretto legato a una rosa con qualche lacuna (soprattutto in difesa) dopo il mercato e gli ultimi infortuni. In più temeva la condizione dell'Udinese, ottima in quest'inizio di stagione. Condizione confermata anche ieri sera: lo testimoniano i dieci punti (gli stessi dei giallorossi) conquistati nelle prime cinque giornate, un bilancio già in attivo rispetto allo scorso campionato e un posto tra le grandi nel mischione d'alta classifica. Figuraccia della Roma che finora aveva subito solo un gol.
Sotto gli occhi del ct inglese Southgate - venuto a dare un'occhiata anche a Smalling come possibile rinforzo per la difesa al Mondiale - Tammy Abraham vive una serata opaca: non riesce quasi mai a fare ciò che gli chiede il suo allenatore, ovvero andare incontro al pallone, e rischia grosso in un contrasto in area (resterà in campo per qualche minuto con la spalla dolorante prima di cedere il posto a Shomurodov a partita ormai finita). Gli unici guizzi della Roma arrivano nel primo quarto d'ora dal solito Dybala, che ha nell'Udinese la sua vittima preferita (12 reti e 7 assist nelle 18 gare precedenti) e dalla zuccata di Mancini su azione di calcio d'angolo, finita sul palo.
I giallorossi si
fermano qui, mostrando limiti nel gioco ben mascherati a Torino contro la Juve grazie al pareggio finale. Stasera l'Atalanta ha la chance di tentare la prima fuga stagionale in un campionato equilibrato e ancora senza padroni.
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