L'Inter arriva al derby in testa alla classifica del campionato, Lukaku a quella dei marcatori (16 gol, come Ronaldo, 2 più di Ibra). Lazio battuta nettamente e con merito (3-1), sorpasso sul Milan e più 8 sulla Juventus: proprio il derby dirà se si tratta dell'allungo da scudetto. Per il momento, Conte si gode una squadra pressoché perfetta, che ha ripreso a macinare calcio e avversari, rischiando pochissimo. La Lazio delle 6 vittorie consecutive non s'è praticamente mai vista e certo non per l'infortunio che nel riscaldamento ha privato Inzaghi di Radu, rilevato da Hoedt, a suo modo decisivo perché autore del fallo da rigore che ha sbloccato la partita. A metà ripresa, il caso (una deviazione fortuita di Escalante su punizione di Milinkovic) sembra riaprire inopinatamente la sfida: 3 minuti e la premiata ditta Lukaku&Martinez chiude la pratica e la partita.
Scacchiere tattico scontato: Correa disturba Brozovic da una parte, Martinez fa lo stesso con Leiva dall'altra. Perisic guardingo sulla corsia di Lazzari, Marusic appena più spavaldo di fronte ad Hakimi. Qui la novità è Acerbi, decentrato sulla sinistra, proprio per fare da argine supplementare nella zona ritenuta chiave dell'Inter. Quella tra Barella e Hakimi, che tanti danni ha prodotto agli avversari nell'ultimo mese. Sulle maglie dell'Inter, i nomi dei giocatori scritti in cinese: un modo per celebrare il capodanno di Pechino, come il logo in rosso e con le corna, proiettato sul maxischermo dello stadio. Inguardabili, tanto più a poche settimane dal cambio di proprietà.
In avvio, il palleggio della Lazio sembra superiore, più bello. Ma è solo un'impressione. L'Inter aspetta, lascia che Correa e Immobile, ispirati da Luis Alberto, arrivino anche dentro l'area di rigore, per inghiottirli in una ragnatela che non lascia scampo, tanto è perfetta. Ci vogliono 38 minuti per il primo tiro biancoceleste, di Immobile dal limite, sventato non senza difficoltà da Handanovic. Nel frattempo l'Inter è già passata in vantaggio. Il rigore fischiato a Hoedt su Martinez è di quelli che dal campo non si possono non fischiare: intervento da dietro e in scivolata. Servono 3 minuti prima che Lukaku possa calciare, tra proteste della Lazio e revisione al Var. Per il 2-0 occorre aspettare l'ultimo minuto del tempo, e un'altra decisione del Var, ma nel mezzo l'Inter ha altre 3 palle-gol, pulite come il cielo nella glaciale serata di San Siro: un tiro di Eriksen, un contropiede clamoroso, sprecato da Perisic e un sinistro di Lukaku, bloccato da Reina. Il centravanti può sbagliare il primo colpo, raramente il secondo e così quando Perisic ruba palla a Lazzari, messo in affanno da un maldestro rinvio di Reina, è lesto ad approfittare della carambola. L'arbitro vede un fuorigioco e annulla, il Var corregge e convalida.
Detto del gol casuale della Lazio, resta la forza straripante di Lukaku nel contropiede che chiude la partita.
Il belga vola 50 metri spalla a spalla con Parolo, resiste e serve il gemello Martinez, solo sul secondo palo. Il tocco è semplice e non si può sbagliare: l'Inter vola in testa alla classifica, senza la zavorra delle Coppe. Chi può fermarla?
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