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L'ultima asticella "impossibile". Talotti si arrende al destino

Addio a uno degli azzurri più forti nel salto in alto. Si era sposato da pochi giorni, papà dall'ottobre scorso

L'ultima asticella "impossibile". Talotti si arrende al destino

L'addio più struggente ad Alessandro Talotti l'ha dato Silvia Stibilj, moglie da appena dieci giorni nonché mamma del suo bambino, Elio, nato nell'ottobre 2020. «Buonanotte Angelo mio. Grazie per tutte le cose spettacolari che abbiamo vissuto assieme. Grazie per il dono più grande che mi hai lasciato. Grazie per esser stato semplicemente te stesso! Ti amo ora e per sempre». Silvia, campionessa di pattinaggio a rotelle, lo ha scritto su Instagram, dove il marito aveva deciso di raccontare la personale battaglia contro il tumore allo stomaco. È durata fino alla notte tra sabato e domenica, poi si è spento a 40 anni a Udine, la sua città natale. L'atleta friulano è stato uno dei migliori azzurri del salto in alto, ha partecipato alle Olimpiadi di Atene 2004 (da finalista) e Pechino 2008, lasciando il segno con un primato indoor da 2,32 e outdoor da 2,30.

Nelle sue parole più recenti le sfide sportive sono sconfinate nella lotta per la vita, cominciata nel marzo 2020 con l'obiettivo di centrare l'ennesimo traguardo: «Se la tua vita è stata superare un'asticella, il tuo corpo diventa così sensibile da percepire e amplificare anche il minimo fastidio. Il lavoro che il saltatore fa su sé stesso è annullare quel dolore, risparmiare le forze e trovare segnali positivi in altre parti del corpo sottraendo energia alla negatività». E ancora, la voglia di non arrendersi fino all'ultimo: «Ho superato anche gli incubi prima di entrare in sala terapie, uguali a quelli irrazionali che ti vengono di fronte a un'asticella troppo alta e ti paralizzano».

Immediata la reazione di tutto il mondo dello sport. Oltre alla Federatletica («Campione nel salto in alto e nella vita. Ciao Ale, non ti dimenticheremo mai») anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha espresso il suo dolore: «Con i tuoi salti ci hai regalato tante emozioni. Oggi, purtroppo, un grandissimo dolore. Sei volato troppo in alto, ma resterai per sempre con noi. Uno di noi». Invece gli azzurri impegnati ieri agli Europei di marcia a squadre a Podebrady, in Repubblica Ceca, hanno dedicato a Talotti i loro successi. Da Antonella Palmisano, vittoriosa nella 20 km, alle azzurre guidate da Eleonora Giorgi nella 35 km con un cuore disegnato con le mani sul podio. In una giornata triste da registrare anche il titolo maschile nella 50 km.

Una volta conclusa la sua carriera, Talotti si era laureato, insegnava a Scienze Motorie e aveva intrapreso la strada della fisioterapia. Fino alla terribile diagnosi della primavera dell'anno scorso, proprio mentre tutto il mondo entrava nell'incubo del Covid. «Apprezzare le piccole cose è fondamentale in questi momenti - aveva scritto Talotti - Durante tutto il giorno sorseggio l'acqua e mi sembra sempre la cosa più buona che ci sia. È così, quando si torna a desiderare il normale». Una voglia di vivere mai abbandonata, fino all'ultimo momento.

Quello più triste.

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