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Müller il bomber senza ruolo punta a un record mondiale

Con una tripletta al debutto, il tedesco può essere il primo capocannoniere a ripetersi quattro anni dopo. E Ronaldo è l'immagine triste del Portogallo

Müller il bomber senza ruolo punta a un record mondiale

Dopo la tripletta pare che l'Angela ci abbia fatto un pensierino e voleva incontrare a tutti i costi quel Thomas che si era portato a casa il pallone. È stata una giornata così eccitante che la Cancelliera non ha voluto tirarsi indietro, prima in tribuna è saltata come un grillo ad ogni gol con il suo tailleurino rosso, poi ha fatto una bella corsa giù fino allo spogliatoio e anche lì scatti e scatti. Insomma una giornatina che a raccontarla uno non ci crede, e tutto per quel Thomas Muller che ancora non si è capito bene in quale ruolo giochi. Per esempio in mattinata, ma a Berlino, una certa Micaela Schaefer si è presentata sotto la porta di Brandeburgo vestita come la signora, rigidamente con il tailleur, una maschera sul viso per assomigliarle e sotto niente. Se la signora è la cancelliera della Patria, lei è la madrina della Fußballnationalmannschaft, quindi che si dia una regolata, chi conta di più adesso lo vediamo. L'Angela comunque ha tentato di portarsi avanti con la scusa della promessa di Podolski di scattare un selfie con lei e si è fiondata nello spogliatoio con mezza squadra ancora sotto la doccia: «È stato fantastico vederla qui - ha raccontato Joachim Loew -. Noi siamo sempre molto contenti quando la vediamo nello spogliatoio». In effetti pare che con logica teutonica la Cancelliera abbia fatto presente che sarebbe stata una bella seccatura aver fatto tutta quella strada per arrivare dalla Germania e poi vedere la nazionale sconfitta da un Paese di seconda fascia. Tutta la Germania è in preda ad un bollore sconosciuto: Torna presto Mutti! Titola l'Abendzeitung, chiamandola con l'affettuoso nomignolo che usano in Germania, “Mamì“.

La Micaela Schaefer gioca su un altro tavolo e Loew non ha avuto il coraggio di ammettere che la sua visita sarebbe stata altrettanto gradita. Thomas Müller se la meritava, otto gol in sette partite in una fase finale del Mondiale sono qualcosa di straordinario, la signora ha voluto complimentarsi personalemnte con lui, adesso perfino la Bild si sbilancia: Sarà il nostro Mondiale. In 26 milioni i tedeschi davanti ai tv color, contro i 18 milioni di italiani per Inghilterra-Italia. L'entusiasmo si sente anche a chilometri di distanza a adesso scrivono che il vero Pallone d'Oro ce l'hanno loro e si chiama sempre Müller: «Negli anni '90 nelle strade di Weiheim un bambino di nome Thomas spadroneggiva con la palla al piede». Un florilegio di carezze, il goleador senza ruolo è considerato uno straordinario esempio di calciatore germanico, biondo lo è di suo, il resto glielo ha donato la sua Patria: scevro, intelligente, combattivo, insomma straordinariamente normale. Pare che Loew abbia detto a Klose: «Lasciamo sfogare il ragazzo durante i gironi, tu mi entri quando gli altri sono cotti». A Klose non deve aver suonato benissimo la faccenda perchè se qualcosa di Thomas Müller se lo ricordava, non era certo così piacevole. A dieci minuti dalla fine di Bayern Monaco-Amburgo fu proprio Thomas Müller a esordire e sostituirlo.

Brutta faccenda, ma qui siamo alle soglie di un evento storico per il calcio, nessuno è mai riuscito a ripetere il suo titolo di cannoniere mondiale in 19 edizioni, e adesso questo qui ci sta provando sul serio, mandando a quel Paese gente come Uwe Seeler, Gerd Müller, Karl Heinz Rummenigge, Oliver Bierhoff, Rudy Voeller, e lui, Miro, a un solo gol dal record ai mondiali del Fenomeno Ronaldo. Lui spera che Loew cambi modulo, su questo ci si può scommettere.

Il calcio è tutti i giorni una storia nuova, basta saperla raccontare, basta andare dall'altro cristiano di questa faccenda e farsi dire cosa pensano adesso di lui in Portogallo. Lui, il Pallone d'Oro, lui che è rimasto in campo fino alla fine con quei quattro gol sulla schiena. Ogni tanto gli succede, contro il Brasile in amichevole ne prese sei, era il 19 novembre 2008, a quei tempi era solo Ronaldo e la gente lo confondeva. Quando il Portogallo vince, è lui la stella che brilla, in caso di sconfitta è lui il primo a finire nella centrifuga. Non ci sono salvatori quando il crollo è di tutti, recita la dida sotto la fotografia di Cristiano Ronaldo afflitto, simbolo della batosta. Alla vigilia aveva detto: «Sì, siamo i favoriti».

D'improvviso il futuro è buio, mentre l'ultimo Müller, che il Bayern stava per cedere la scorsa estate e Guardiola non vedeva benissimo fino a inventarlo finto nueve, sta mandando fuori giri tutta la Germania, cancelliera compresa.

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