Quando Fabio Capello si siede per un’intervista ha il potere di moltiplicare i microfoni. Sarà che ai Laureus Awards – gli Oscar dello sport – è di casa, visto il suo impegno da ambasciatore della fondazione. Ma è anche perché i concetti che esprime non sono mai banali. E soprattutto spesso condivisibili. Lui risponde in italiano, spagnolo e tende a dimenticare l’inglese («da quando ho lasciato la Nazionale non ne parlo più. È una questione di rispetto»). E di sicuro ha una risposta a tutto, cominciando da Atletico-Juve di domani: «I bianconeri sono favoriti. Ma non hanno certo ancora vinto».
Che partita si aspetta?
«Sicuramente interessante. Da una parte Allegri ha recuperato la difesa, in particolare Chiellini. Dall’altra l’Atletico forse non è al top ma questo non vuol dire: Simeone sa come mettere la squadra e cosa trasmetterle. E quando gioca in contropiede è micidiale».
Eppure molti parlano della Juve già come probabile vincitrice della Champions.
«La mia favorita è il City, l’ho già detto. Poi ci sono altre 5-6 squadre alla pari e tra queste c’è la Juventus».
Che ha preso Cristiano Ronaldo per vincerla, no? Fa una faccia come per dire:
«L’ha detto lei...».
Cos’è CR7, un marziano?
«È un giocatore micidiale, sempre molto determinato».
Al Wanda Metropolitano, lo stadio dell’Atletico, non ha ancora segnato.
«È uno dei pochi che gli mancano, ce la metterà tutta. Ma sarà dura: i tifosi lì lo sentono ancora come fosse del Real, per lui sarà come giocare un derby. E nei derby la tensione può fare scherzi».
Eppure si diceva: in Italia farà fatica, in Spagna le difese sono più larghe.
«È la favola di Pinocchio: se uno è intelligente non ha problemi. La qualità paga sempre».
È davvero il migliore del mondo?
«Per me il genio assoluto è Messi, anche se non ha vinto nulla con l’Argentina. Ma a calcio non si gioca da soli, ci vogliono anche compagni all’altezza».
A proposito di (piccoli) geni: è esploso Zaniolo.
«Ha trovato l’ambiente ideale dove far vedere le sue qualità, in questo caso il merito è dell’allenatore e della società. Però adesso stia attento: per crescere serve altro».
Tipo?
«I giovani d’oggi sono fuorviati dai social media: spostare l’attenzione e la concentrazione su altre cose può rovinare anche i migliori. Ecco: cerchi di starne alla larga».
Un messaggio anche alla madre? Altra faccia.
«Non parlo».
I social media c’entrano anche nel caso Icardi. Come l’avrebbe trattato Capello allenatore?
«Innanzitutto io sarei intervenuto molto prima: andava avvisato che la situazione stava prendendo una brutta china. Ora il problema va risolto in fretta».
È risolvibile?
«Diciamo che l’essere andati lui e Wanda allo stadio domenica, in uno stadio che si sapeva ostile, è stato un atto di coraggio che va apprezzato. Adesso sta a lui far pace con i compagni».
Come?
«Andando nello spogliatoio con il cappello in mano chiedendo scusa a tutti. Non c’è nulla di male nel riconoscere di aver fatto uno sbaglio».
E a
Wanda Nara che consiglio darebbe?«A lei dico di stare più attenta come si espone: l’ho detto, i social possono rovinare una carriera. Per cui: lei faccia un po’ quello che vuole, ma non coinvolga più suo marito».
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