Il Maestro in panchina. La lezione della Signora: "È un predestinato"

Giornata frenetica, però la soluzione era in casa. Paratici: "Una scelta juventina..."

Il Maestro in panchina. La lezione della Signora: "È un predestinato"

In fondo Maurizio Sarri era stato buon profeta alla vigilia di Juve-Lione: "I dirigenti della Juventus non sono dilettanti. Non sarà questa partita a decidere chi sarà l'allenatore, una scelta l'hanno già fatta". E così è stato. Con la regia di Andrea Agnelli, sceso in campo in prima persona per il ribaltone in panchina.

Sarri è stato ufficialmente esonerato ieri dopo pranzo, ma la decisione di cambiare guida tecnica covava già da settimane nella testa del presidente bianconero. Agnelli era insoddisfatto da tempo per il gioco espresso e il rendimento della sua squadra, mai così balbettante in campionato. Uno scudetto vinto con troppo affanno e che non ha mitigato la delusione per le finali di Supercoppa Italiana e Coppa Italia perse malamente con Lazio e Napoli. L'uscita prematura dalla Champions League ha solo accelerato il processo di rinnovamento che il numero uno della Vecchia Signora aveva impostato da mesi.

Proprio Agnelli aveva voluto, infatti, Andrea Pirlo al timone della formazione Under 23, tanto da presentarlo alla stampa in prima persona settimana scorsa. Modus operandi singolare per il tecnico di una squadra giovanile. Era il 31 luglio e quella che sembrava un'investitura per il futuro (in apparenza...) è diventata invece la scelta per il post Sarri (resta sotto contratto fino al 2022 con stipendio da 6 milioni annui). Per il Campione del Mondo 2006, che avrà come vice l'amico fraterno Roberto Baronio, l'occasione della vita nella nuova carriera in panchina. Un debutto vero e proprio quello del Maestro, fresco di patentino da allenatore. Fabio Paratici lo ripresenta così: «È una scelta juventina. Andrea è sempre stato in contatto con noi. Lo consideriamo un predestinato». Contratto biennale e l'imperativo di coniugare vittorie al bel gioco. La rivoluzione copernicana bianconera ha il marchio di AA. È stato proprio Andrea Agnelli a sceglierlo come aveva fatto nel 2011 con Antonio Conte, preferito rispetto ai candidati marottiani dell'epoca (Mazzarri e Spalletti).

Abiurato così il progetto targato Sarri per puntare su un'icona che da tecnico dovrà replicare i trionfi ottenuti da giocatore. Al Barça con Guardiola ci sono riusciti. Idem al Real Madrid con Zizou Zidane. I due sogni impossibili cullati da Agnelli per la sua Juve nell'ultimo biennio. E allora - piuttosto che una soluzione di ripiego (Pochettino e Paulo Sousa) o una che non convinceva del tutto (Simone Inzaghi che rimarrà alla Lazio con rinnovo fino al 2023 e nuovo stipendio da 3 milioni netti a stagione) tanto vale provare a fabbricarselo in casa il nuovo fuoriclasse degli allenatori. Vincere (anche) con Pirlo: la nuova sfida juventina alle rivali è lanciata.

Solo il tempo ci dirà se si tratta di un'intuizione vincente o di un azzardo.

Intanto però serviranno colpi di livello sul mercato (magari Pogba e un centravanti top) per rimpiazzare i partenti Higuain, Douglas Costa e Khedira. La rivoluzione bianconera è appena incominciata.

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