Magia Florenzi, la Roma non trema davanti al Barça

Catalani subito avanti con il solito Suarez ma poi il portiere si fa infilare da metà campo I giallorossi a testa alta congelano i fenomeni La traversa ferma l'unico vero guizzo di Messi

Florenzi, primo obiettivo viola
Florenzi, primo obiettivo viola

Nella strana serata dell'Olimpico, in cui i marziani scendono sulla terra e la Roma inizia il suo cammino continentale con il sorriso, succede che un centrocampista adattato a terzino, Alessandro Florenzi, si travesta da sudamericano e regali una prodezza alla Maradona. Un gol da 50 metri fortemente voluto che ora farà il giro di tutta Europa più di quanto non fecero le immagini del suo bellissimo abbraccio alla nonna Aurora dopo un gol al Cagliari. La rete da cineteca del romano doc si rivelerà il sigillo di un risultato solo sperato in casa romanista e realizzatosi con una condotta di gara prudente e giudiziosa. Troppo più forte il Barcellona (apparso comunque giù di tono nonostante il solito tiqui-taca che spesso è mortifero e letale) per poter pensare a una partita diversa. E invece la Roma si prende un punticino prezioso nell'unica maniera in cui poteva affrontare i campioni in carica: intelligenza e umiltà, attenzione su ogni pallone giocato, grande intensità nel cercare di bloccare le manovre blaugrana, immediati rilanci in avanti (quasi che la sfera scottasse) per favorire le ripartenze di Salah. Definito il Messi d'Egitto e il paragone per una sera non sembra così irriverente.

I catalani dominano nel possesso palla (oltre il 70 per cento) e mostrano i consueti scambi veloci nello stretto. Ma gli automatismi del tridente delle meraviglie non sono perfetti come al solito: Messi si accende a intermittenza (e quando lo fa, mette qualche brivido alla difesa giallorossa come nell'occasione della traversa “scheggiata”), Suarez timbra il cartellino con una rete forse viziata da un fuorigioco e sicuramente viziata da un fallo di Messi su Digne, Neymar sembra invece avulso dalla partita per il buon lavoro svolto da Florenzi in primis, che a lungo lo marca praticamente a uomo.

Garcia aveva richiesto spirito di sacrificio e grande aiuto tra i suoi giocatori. Da questo punto di vista la partita è stata quasi perfetta, con qualche piccola sbavatura – legittima considerando l'avversario -. Si poteva forse osare di più in attacco vedendo un Barcellona un po' più dimesso del solito, ma la lezione del Bayern era stata troppo cocente per intraprendere iniziative scellerate. E alla fine, visto che l'obiettivo era non perdere, ha avuto ragione il tecnico francese.

Luis Enrique, accolto con qualche timido applauso ma nell'indifferenza generale, aveva previsto le difficoltà della sfida – guai a fidarsi della passeggiata agostana al Camp Nou con una Roma ben diversa negli interpreti – e ha più volte richiamato i suoi a una maggiore concretezza nelle giocate.

Il Barcellona può recriminare per un rigore non concesso a Suarez, anche se El Pistolero è reo di un colpo – non fortuito - alla mano di Szczesny che toglie dalla sfida il portiere polacco. De Sanctis si sporca i guantoni salvando su Iniesta, mentre Florenzi abbandona il campo con i crampi. Nella strana serata dell'Olimpico, il Messi lo fa lui...

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