Un intreccio di orge e corna con sullo sfondo anche un'accusa di omicidio. Bisogna partire da qui per spiegare l'esplosione del fenomeno Monaco con un mercato faraonico a base di nomi e cifre da capogiro: dopo il regista Moutinho e il fantasista Rodriguez dal Porto, ieri è stato il giorno del bomber Falcao dall'Atletico Madrid. Settanta milioni per i primi due; sessanta tondi, record per la Ligue 1, invece per i gol del Tigre. Una pioggia di euro da far impallidire anche gli sceicchi del Paris Saint Germain.
E' non è finita qui, perché Dmitri Rybolovlev, uomo d'affari e filantropo, fa sul serio. Per capire come sia finito nel Principato un magnate russo bisogna rileggere la sua storia personale e professionale. Quando nel dicembre 2011 acquista il Monaco, allora sull'orlo del fallimento, in tanti accostano l'affare al divorzio dalla moglie che l'accusò di infedeltà perché avrebbe consumato orge a base di modelle sullo yacht di famiglia. Per sfuggire a un maxi risarcimento danni da 6 miliardi dollari, Dmitri dissemina la sua fortuna nel mondo. Nel mare magnum di affari creato per rendere quasi impossibile quantificare gli alimenti da passare all'ex moglie, finisce anche il Monaco. Questa è una spiegazione, l'altra affonda le radici, invece, nella carriera di imprenditore. Rybolovlev, 46 anni da Perm, studia medicina, poi alla caduta dell'Unione Sovietica fa la sua fortuna acquisendo una fabbrica di fertilizzanti a base di potassio. Come spesso capita da quelle parti a chi fa soldi, finisce nei guai. Viene accusato per un omicidio di un proprietario di un'azienda chimica della zona. Esce dopo undici mesi di carcere solo perché un testimone chiave si ritira. Viene assolto. Decide di vendere le azioni del suo gruppo, l'Uralkali, per qualcosa come 5,3 miliardi di dollari. Lascia la Russia e stabilisce la sua residenza tra Usa, Svizzera e Monaco. Diversifica i suoi investimenti: acquista il 10 per cento di una banca a Cipro, un appartamento da 88 milioni di dollari a New York per la figlia e addirittura l'isola che fu di Aristotele Onassis, Skorpios.
Adesso è il turno del giocattolo pallonaro, il Monaco. Spese che tra un anno, se tornerà nelle coppe, dovranno fare i conti con il fair play finanziario dell'Uefa. Intanto Rybolovlev deve vedersela con la Lega francese che lo ha già richiamato ricordando che deve spostare la sede legale del club in Francia per essere sottoposto al regime fiscale di Parigi e non a quello distratto del Principato. L'alternativa è pagare una penale da 200 milioni di euro per partecipare al campionato. Comunque un non problema per chi vanta un patrimonio da 9,1 miliardi di dollari (tra i cento più ricchi di Forbes nel 2012) e dice di aver appena iniziato a spuntare la lista della spesa. Infatti dopo Moutinho, Rodriguez e Falcao, ecco il portiere Valdes dal Barcellona e Ricardo Carvalho dal Real Madrid. Tevez ha già fatto l'occhiolino: «Verrei di corsa, anche perché c'è Claudio Ranieri, un grande allenatore». L'ex di Juve, Roma e Inter, infatti, ha appena riportato il club in Ligue 1, ha resistito alle voci su Mourinho e Mancini ed è stato confermato via Facebook. Poi ha spiegato a Rybolovlev «che non si vince solo con gli attaccanti». Ecco perché nella lista figurano anche Boateng, Ivanovic, Pereyra e Coentrao. Il nuovo Abramovich ha preso nota e staccherà assegni in serie.
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