Adesso va di moda il calciatore multi-mediale. Capace di utilizzare twitter ed aprire un sito internet. Riccardo Montolivo, classe 1985, nato a Caravaggio, che è già un bel nascere, papà fan di Rivera e tifoso del Milan, il chè aiuta a fare scelte da grande, è uno di questi. Se poi si ritrova a poche ore dall'incrocio col suo passato fiorentino, avendo guadagnato nel frattempo credito e ruolo di leader nel Milan del dopo Ibra e Thiago, allora la condizione è ideale per ritrovarlo alle prese col suo sito in compagnia di Cristina De Pin che è la sua fidanzata e anche la sua compagnia fissa allo stadio e fuori dallo stadio.
Ha sentito Montolivo? L'Inter ha vietato a Sneijder l'uso di twitter, stia attento...
«Oggi questi sono i mezzi per avere un dialogo col grande pubblico del calcio. Certo bisogna avere testa nell'usarlo. Non conosco nel dettaglio la vicenda, ma vietare l'uso mi sembra esagerato».
Per la presentazione del sito ha scelto la data giusta...
«Certo. Questa per me è una partita speciale: ho vissuto 7 anni della mia vita a Firenze, sono stato il capitano della Fiorentina, se dovessi segnare non esulterò. E anche se han cambiato tanto, calciatori e dirigenti, ho continuato ad avere rapporti di amicizia sincera con la vecchia guardia, tipo Pasqual».
Come sarà trattato dal tifo?
«Mi hanno fischiato per un anno intero, lo faranno ancora: ci può stare. Ma fuori dallo stadio la gente comune mi ha rispettato e portato affetto. E sono loro riconoscente».
Da dove arriva l'astio del fiorentino tifoso?
«Dalla mia decisione di non rinnovare il contratto e di lasciare Firenze e la Fiorentina. Ho un solo rimpianto in proposito: non essere riuscito, nonostante ne avessi fatto richiesta esplicita, a parlare con la proprietà, come era stato permesso a Toni. Sono convinto che sarebbe finita in modo diverso. Ma adesso è tardi».
Si aspettava che Montella facesse così bene, così in fretta?
«Così bene sì, così in fretta francamente no».
Cosa perde la Fiorentina senza Jovetic?
«Jovetic è tanta roba. Ma hanno risorse interne per rimpiazzarlo alla grande»
É sicuro d'aver scelto il tempo giusto per arrivare al Milan?
«Certo. Mai pensato di aver sbagliato epoca. E anzi mi voglio godere questi prossimi anni, spero siano tanti».
Adesso che al Milan è arrivato, ci può spiegare quella famosa frase sul conto di Nocerino («non sopporto di vedere Nocerino al Camp Nou»)?
«La frase fu stravolta nel suo senso letterale. Eravamo in quattro chiusi nella stanza durante la trattativa: tre dirigenti della Fiorentina e io. La fecero uscire loro e non fu un bell'esempio di correttezza. Il mio ragionamento era diverso. Feci l'esempio di Nocerino. Dissi: vedete il comportamento del Palermo?, ha agevolato il trasferimento del suo calciatore chiedendo un prezzo equo, visto che era a pochi mesi dalla scadenza del contratto. Così chiedevo di fare anche alla Fiorentina con me».
Ma si aspettava di ritrovarsi con la Fiortentina al quarto posto, davanti al Milan?
«Può succedere, ma siamo a metà novembre e io non posso certo lamentarmi di quel che mi è accaduto. Sono arrivato nel club più titolato al mondo, gioco nello stadio più affascinante al mondo. Come posso pentirmi? Non mi è successo nemmeno per un istante. Anzi devo dire che la sera del derby, entrando a San Siro, mi è salito un brivido lungo la schiena nel sentire il boato del pubblico».
A proposito del derby: quel gol annullato le è rimasto di traverso?
«Certo. Nel derby meritavamo noi di vincere, non siamo inferiori all'Inter».
Non si è pentito nemmeno quando ha saputo della cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva e dell'addio dei tanti senatori?
«Sull'argomento io la penso così: la società ha fatto l'operazione giusta, nel rispetto della crisi economica che sta vivendo il Paese. A certe cifre non si può dire di no. Eppoi io sono convinto, e non sono l'unico, che il Milan attuale è molto più forte e competitivo della sua attuale posizione in classifica. Siamo partiti male, abbiamo avuto problemi ma ora stiamo imboccando una striscia di partite che può portarci più in alto e fuori dalla mischia».
Allegri se la cava da solo o c'è bisogno della vostra collaborazione?
«Allegri se la cava da solo. Ma noi dobbiamo essere un blocco unico se vogliamo scalare la classifica e superare i prossimi impegni che possono portarci agli ottavi di Champions e in una posizione di classifica adeguata al blasone del club».
Si aspettava il boom di El Shaarawy?
«L'avevo visto e apprezzato. Ma che facesse un botto così, non me lo aspettavo».
Veniamo al ruolo: è 3/4ista, come in Nazionale, o centrocampista come nel Milan?
«La mia miglior
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