Tokyo 2020

Malagò insiste sullo ius soli sportivo: "Bisogna accelerare"

Il presidente del Coni ribadisce la sua linea: "Ci sono decine di pratiche che giacciono sui tavoli, faremo una proposta"

Malagò insiste sullo ius soli sportivo: "Bisogna accelerare"

"La nostra proposta è quella di anticipare l'iter burocratico per lo ius soli sportivo, che ad oggi è infernale, un girone dantesco". Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò nella conferenza stampa di chiusura di Tokyo 2020.

"Abbiamo reso felice un Paese. La responsabilità era grande", sono le prime parole in conferenza stampa del presidente Malagò, che coglie l'occasione per rilanciare il tema dello ius soli sportivo. "Ci sono decide di pratiche che giacciono sui tavoli. È vero che a 18 anni puoi fare quello che vuoi, ma se aspetti il momento per fare la pratica hai perso una persona. A volte ci sono tre anni di gestazione e nel frattempo, se l'atleta non ha potuto vestire la maglia azzurra, o smette, o va nel suo Paese di origine, o ancora peggio arriva qualche altro Paese che studia la pratica e in un minuto gli dà cittadinanza e soldi", ha dichiarato il numero uno dello sport italiano. Poi aggiunge: "Faremo una proposta. Noi non chiediamo qualcosa di diverso rispetto alla legge attuale, ma solo di anticipare l'iter burocratico, che è infernale, un girone dantesco".

Cosa prevede la normativa in vigore

"Non riconoscere lo ius soli sportivo è folle. Questo discorso oggi più che mai va concretizzato a 18 anni e un minuto chi ha i requisiti deve avere la cittadinanza italiana e non iniziare una via crucis con rimbalzi tra prefetture e ministeri", aveva detto Malagò subito dopo il trionfo di Marcell Jacobs nei 100m. In verità a oggi lo ius soli sportivo esiste in una prima forma introdotta dalla legge n. 12 del 2016. Secondo la norma attuale, i minori stranieri regolarmente residenti in Italia "almeno dal compimento del decimo anno di età" possono essere tesserati presso le federazioni sportive"con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani". Gli stranieri minorenni residenti in Italia ma non cittadini italiani non possono essere convocati per le selezioni nazionali. Per vestire la maglia azzurra devono attendere di diventare maggiorenni. Col compimento dei 18 anni, in base alle leggi sulla cittadinanza in vigore in Italia, possono avviare la pratica per ottenere la cittadinanza italiana.

La polemica politica

A seguito delle dichiarazioni del presidente del Coni, i partiti si erano scagliati sull'argomento, riprendendo una discussione già affrontato lo scorso marzo, quando il segretario del Pd Enrico Letta ripropose il tema. Il leader della Lega Matteo Salvini aveva ribadito la sua posizione di contrarietà: "Oggi sono strafelice delle medaglie, ma con lo ius soli non c'entra nulla. Non c'è nulla da cambiare. La legge va bene così com'è. Spero che ne vinciamo sempre di più ma lo ius soli non c'entra un fico secco". Dal loro canto dem e Cinque Stelle avevano fanno sapere: "Pensare solo agli atleti non basta, va approvata la legge sulla cittadinanza". Di sicuro qualora dovesse arrivare alle Camere un nuovo progetto di legge, ci si aspetta una grande battaglia parlamentare.

Segui già la nuova pagina Sport de ilGiornale.it?

Commenti