Maldini anche con la racchetta è prof

Wild card per Paolo all'Aspria Tennis Cup, torneo challenger di Milano

Maldini anche con la racchetta è prof

«Se non avessi sfondato nel tennis, probabilmente sarei diventato un calciatore professionista» ha rivelato in passato sua maestà Roger Federer, ovvero il tennis personificato nella figura umana. Per fortuna, aggiungiamo. Allo stesso modo, e per fortuna, Paolo Maldini ha sfondato, eccome se lo ha fatto, nel calcio. Grazie al cielo.

Per 25 anni l'ex difensore italiano ha vestito una sola maglia, quella del Milan. Ma tra cinque giorni, seppur in un'altra veste, tornerà di nuovo in campo e riproverà quell'ebbrezza della competizione che solo un atleta della sua stazza potrà mai capire. Attenzione però, Maldini non ha intenzione di tornare a vestire gli scarpini e parastinchi: Paolo impugnerà una racchetta.

Da tempo, oramai, la bandiera rossonera si diletta, come tanti ex calciatori, in altre discipline. Così come Del Piero, che ama cimentarsi nel golf e Vieri, che con le sue partite di footvolley (una sorta di calcio sulla spiaggia ma su un campo di beach volley) si è trasformato in un personaggio virale sui social, anche l'ex difensore rossonero ha il suo hobby.

Ma Maldini è sempre stato Maldini. Lui, esempio per eccellenza se ce ne fosse uno, di serietà, dedizione, passione e professionalità, ha convertito quell'hobby in attività seria e impegnativa, tanto che nell'ultimo torneo organizzato dal Club Aspria Harbour, insieme al suo allenatore Stefano Landonio, Paolo ha trionfato pure lì. E grazie a una wild-card, una sorta di invito, alla veneranda età di 49 anni, li compirà il 26 giugno, giocherà in doppio a partire da sabato, a Milano, alla prossima Aspria Tennis Cup, torneo challenger (un gradino sotto i tornei Atp) che si disputa sulla terra battuta. Non bazzecole, dunque. Bensì un torneo professionistico vero e proprio. Torneo Challenger nel quale si sono imposti nomi illustri del calibro dello spagnolo Tommy Robredo, dell'argentino Federico Delbonis e dei nostri Marco Cecchinato e Filippo Volandri, uno che, per intenderci, ha battuto un certo Federer agli Internazionali d'Italia di Roma dieci anni fa. Non a caso, si parlava di serietà, dedizione e passione.

Ma per spiegare quale sia il potenziale del figlio del grande Cesare è proprio Landonio, suo coach e compagno di doppio: «Paolo ha un buon servizio - ha raccontato e rivelato a Il Tennis Italiano -, non ha un suo vero punto di forza, ma nemmeno punti deboli». Come in 25 anni di attività nei rettangoli di gioco, nella quale è riuscito a vincere 26 titoli con il Milan. «Certamente Paolo ha doti mentali e fisiche fuori dal normale. Dal punto di vista mentale non soffre in nessuna maniera i momenti più delicati del match, il che è una caratteristica fondamentale in uno sport come il tennis».

«La vita normale non mi interessa. Cerco solo i momenti più intensi.

Sono alla ricerca del meraviglioso» scrive la compianta scrittrice americana Anaïs Nin. Frasi che etichettano alla perfezione chi sia Paolo Maldini. Il calciatore, che con il suo pressing asfissiante non lasciava scampo agli avversari, ma anche l'uomo, quello che non smette mai di stupirci.

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