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Maledizione Vettel: penalizzato, è solo quinto Hamilton fa 100 col ritiro. Massa senza pace

10 ALONSO Primo Il più forte. Alla partenza lo scatto è da titolo «mondiale»: bruciato Vettel, quello che nel 2010 da queste parti lo spinse sul muretto. Poi la cavalcata in gara: spietato nel tenere a bada prima il «toro» tedesco e poi Button; freddo nel mantenere la calma quando monta le medie e gli avversari recuperano; cinico nel controllare da vicino la concorrenza illudendola di poter pensare in grande. Si è tenuto sempre qualcosa «nel piede». La terza vittoria del 2012 è quella «vera», perché la prima bagnata è stata un «toccasana», la seconda frutto di una «remuntada» e dei guai altrui. In Germania, invece, c'è stato tutto: pilota, macchina e strategia. Tutti perfetti per il suo successo numero 30. Meriterebbe la lode, questione di mesi.
9 BUTTON Secondo Redivivo. Aveva fatto perdere le tracce dopo la piazza d'onore in Cina. Tre mesi fa. Salta i «tedeschi» Hulkenberg e Schumi. Con la complicità del muretto, perfetto pit, sistema anche Vettel. Prova a insidiare Alonso, ma spiattella una gomma. Il tedesco della Red Bull lo beffa. Ma non vale. E torna secondo.
6 RAIKKONEN Terzo Si ritrova sul podio per colpe altrui. La sua gara inizia sempre tardi. Si svegliasse prima. Unico guizzo il sorpasso su Schumi. Poi mena un buon ritmo, ma è tardi.
8 KOBAYASHI Quarto Parte dodicesimo, risale fino a sei secondi dal podio. La Sauber motorizzata Ferrari piace e va. Conferma Perez, partito dal fondo, che chiude sesto.
3 VETTEL Quinto Il Gp di Germania più che un tabù, non lo ha mai vinto, ieri si è rivelato una maledizione. Lento al via, si accoda ad Alonso. Poi il duello con Hamilton lo manda fuorigiri: l'inglese, doppiato, lo sorpassa. Lui (nel tondo) perde la testa. Anche i pit gli dicono male: dopo il primo esce dietro a Kobayashi, dopo il secondo lo beffa Button. Per rimediare fa il patatrac: lo supera, ma mette tutta la macchina fuori dalla pista. Poco credibile la difesa: «Non potevo fare diversamente». Infatti è punito: da 2° a 5°. E il primo podio in casa resta solo nelle foto.
6 SCHUMACHER Settimo L'aveva detto sabato: «Devo guardarmi alle spalle». Non l'ha mai fatto. Al via ha tentato di ristabilire le gerarchie con Vettel. Fuoco di paglia durato il tempo di due curve. Poi Button e Raikkonen l'hanno saltato come un ragazzino all'esordio. Si consola piazzando il giro più veloce.
4 WEBBER Ottavo La discontinuità fatta persona. Silverstone lo aveva consacrato anti Alonso, almeno guardando la classifica. Che lui smentisce subito con una gara anonima. Al via rimane intrappolato nel gruppone. La macchina per risalire c'è, è lui che non c'è. Come troppo spesso gli accade.
4 MASSA Dodicesimo Pronti-via tampona Ricciardo da principiante. Ala rotta e altra gara calvario. Button e Perez volano e sognano il suo volante, lui fa di tutto per dargli speranza.
5 HAMILTON Ritirato Errori, sfortuna e orgoglio. C'è tutto nel suo 100° gran premio. Il settimo posto in griglia poteva e doveva essere rimediato. Ci prova, ma un pezzo di carbonio gli ammoscia la posteriore sinistra.

Tira fuori l'orgoglio, si sdoppia da Vettel e lo manda in confusione. Un regalo per l'«amico» Alonso, per cui ha detto di tifare. Tradito dal differenziale. Smarrito: dopo il Canada era il leader, da allora ha fatto la miseria di 4 punti in tre gare.

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