Manchester è casa "sua": CR7 prende per mano la Vecchia Signora

Allo United esplose, fu ovazione al ritorno col Real. Ma qui la Juve incrocerà pure Pogba

Manchester è casa "sua": CR7 prende per mano la Vecchia Signora

L'uomo del grande sogno torna a casa, nel teatro dei sogni. Cristiano Ronaldo all'Old Trafford. Tutto o quasi di Manchester United-Juventus è racchiuso qui. Il ragazzo diventato uomo collezionando palloni d'oro e Champions. Lo accoglie, uno con il quale al Real Madrid non sono state tutte rose e fiori, Josè Mourinho: «È uno dei migliori di tutti i tempi e basta», la risposta dello Special One. Prima di essere bianconero, è stato un Red Devil e un Galactico, ma CR7 a parole è l'esatto opposto dell'accecante orologio al polso. L'uomo dei sogni è stato trascinato in un possibile incubo, per l'accusa di stupro recapitatagli dall'America, da Kathrin Mayorga. «Non avete ascoltato, sono un uomo contento, felice. Non sono qui per raccontare bugie. Poi la verità verrà fuori». A vederlo sembra davvero un marziano per la capacità con cui dà l'impressione di estraniarsi: «So che sono un esempio. Dentro e fuori dal campo. Ho tutto: famiglia e club fantastico. Il resto non mi turba».

In questi oltre cento giorni bianconeri, non è la sola macchia. C'è anche l'espulsione di Siviglia all'esordio in Champions con la «Giuve». Di fatto la coppa Campioni di CR7 inizia questa sera. Ma non vuole sentire di complotti, neppure pensando ai mancati premi personali ricevuti «non mi interessano, penso solo a vincere con la squadra. E comunque abbiamo sei punti, poco importa se non ho giocato io». Per la sua storia, difficile credergli. A Torino la cosa che si sottolinea è una e una sola. La presenza di CR7 è una fonte d'ispirazione (l'ha detto anche l'ex assistente dell'United, Phelan), per capire il perché basta ascoltarlo: «Mi aspetto che la Juve vinca con il Manchester United, che rispetto perché è una grande squadra». Detto con naturalezza da Cristiano, deve trasmettere una sicurezza unica alla squadra.

Non è dato sapere se l'Old Trafford lo accoglierà come nel marzo di cinque anni fa: lettura delle formazioni stravolta, il Manchester annunciato per primo e lui chiamato per ultimo, con un'ovazione lunga nove minuti. Ripagò con quattro inchini, ai quattro lati dello stadio. Mani alzate anche quando segnò il gol qualificazione delle merengues, nella partita dell'espulsione assurda di Nani (arbitro il solito Cakir). Quel gesto da queste parti non l'hanno dimenticato. Non fu il solo, perché dopo la partita lui andò nello spogliatoio dell'United, da Sir Alex Ferguson, il padre calcistico e forse qualcosa di più. Un bambino aveva scritto: «Ronaldo ti amo ancora, per favore non segnare». Lui segnò, su assist di Gonzalo Higuain, quello che gli ha dovuto fare posto nella Signora. Ci riproverà, ma come allora «se segno, non esulto». Poi se ne va: «Ciao, see you tomorrow, arrivederci».

Servirà la tranquillità del più forte in una partita che è anche l'incrocio tra la Juve e Pogba. Uno dei giganti di Mourinho e Allegri fiuta il pericolo: «Loro sono molto fisici, alti. Noi dobbiamo fare una partita tecnica». Anche perché mancheranno i muscoli di Mandzukic (distorsione alla caviglia) oltre a quelli di Khedira ed Emre Can. L'allenatore bianconero che abbozza «Mario non avrebbe comunque giocato», comunque deve inventarsi qualcosa.

Qui la Signora ha vinto una sola volta con Del Piero e Allegri avvisa: «Le partite a Old Trafford non finiscono mai, serve concentrazione fino al centesimo». Non come con il Genoa. L'ha detto anche CR7: «Ogni gioco insegna qualcosa». La Signora dovrà essere all'altezza del marziano, che la prende per mano e la porta a casa sua: «Abbiamo le nostre armi, siamo la Juve».

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