Sport

Mancio, da ct a scienziato. Più che una partita, l'ennesimo esperimento

Il tecnico pronto a cambiare tutto mentre prosegue la ricerca dell'attaccante "perduto"

Mancio, da ct a scienziato. Più che una partita, l'ennesimo esperimento

Moenchengladbach, abbiamo un problema. Ebbene sì, abbiamo un problema con questa giovanissima e nuova di zecca Nazionale di Roberto Mancini. A dire il vero niente di inedito perché anche all'europeo trionfale di un anno prima, il deficit in materia di centravanti, è stato il limite più evidente. La straordinaria impresa di quella squadra fu andare oltre il limite e riuscire a rimediare con difensori e centrocampisti la mancanza di un bomber doc. Si colgono gli stessi segnali anche in questa versione 2.0 del club Italia che viaggia in cima alla classifica della Nations league (5 punti ancora imbattuta) e che stasera, nella tana del Borussia park, sfida i tedeschi già affrontati a Bologna (1-1) con uno slancio inatteso. Abbiamo un problema che non prevede soluzioni alternative a quelle già impostate dal ct perché gli eventuali ricambi a Scamacca (Immobile e Belotti secondo graduatoria retrodatata) non sono utilizzabili e perché poi il calendario dei prossimi impegni impone di procedere con un razionale cambio generazionale.

Scamacca, il ragazzo della provvidenza, è ancora a quota zero. Ha fin qui giocato poco, fatto altrettanto e dimostrato ancor meno ma con i talenti di quella età, non addestrati dal club (Sassuolo) alle sfide internazionali, è necessario aspettare che maturino come i frutti dall'albero. Anche la Germania condivide gli stessi problemi di Mancini tanto da mettere in lista un giovanotto classe 2003, Muriala, oltre allo stagionato Muller. La conferma arriva dallo stesso Manuel Neuer, portiere e guida spirituale, pronto a reclamare un pizzico di fiducia per i nuovi arrivati a bordo. I tedeschi sono dietro di due punti, vorrebbero vincere «nei 90 minuti come non è mai successo negli ultimi anni» (parole di Neuer) e quindi c'è da immaginare una serata non certo semplice per gli azzurri, scortati nell'occasione da Tonali che pur essendo squalificato, è partito egualmente con il gruppo a dimostrazione di avere non soltanto gambe e cuore ma anche testa e idee chiare sul valore della maglia azzurra.

Hans Dieter Flick non se la passa meglio di Roberto Mancini per i tre pareggi collezionati di recente e in particolare perché all'orizzonte c'è il mondiale e uno scarso credito nelle qualità della sua nazionale. Dietro le quinte azzurre scalpita da qualche giorno Caprari, a dire il vero una rivelazione della stagione con il Verona per merito delle sue cifre che non sono da sottovalutare (13 gol). Le sue caratteristiche sembrerebbero coincidere col nuovo format adottato dal ct, calcio molto verticale invece del palleggio col quale spiazzò la concorrenza un anno prima. Allora c'erano Verratti e il miglior Jorginho a disposizione, oggi può servire qualche lancio lungo.

Proposito che fa rima perfettamente con l'intento di Mancini («è l'ultima del ciclo di 25 giorni, farò molti cambi») di cambiare gran parte dello schieramento utilizzato nell'ultima sfida con l'Inghilterra finita con uno 0 a 0 che è tutt'altro che mortificante.

Commenti