Mancio & Sinisa, Milano prepara il derby degli amici

Il fattore “M” per un derby mai visto. Emme come Madonnina, come Mancini e come Mihajlovic. Da tradurre come amicizia. Quella che lega i due allenatori che si ritroveranno sulle sponde opposte dei Navigli con un antipasto nei tornei estivi. Non sarà la prima volta perché in questa stagione già due volte si sono ritrovati di fronte: una vittoria a testa, l'interista in Coppa Italia, l'ex Sampdoria in campionato. Adesso a Milano non sarà la stessa cosa. Rivali dopo una carriera fianco a fianco. In campo alla Samp e alla Lazio, poi all'Inter dove il Mancio ha allenato Sinisa prima di volerlo come vice in panchina. Un feeling immediato scattato fin da Genova per due che non amano compromessi. Più accomodante Mancini, più impulsivo Mihajlovic. Caratteri che si completano. Di loro in campo si ricorda un solo battibecco, poi intesa perfetta. Dal campo alla panchina. Miha si occupava della fase difensiva e Mancini lo mandava in avanscoperta quando c'era qualche problema con un giocatore. Però l'amico, raccontano i retroscena, non metteva mai becco nelle formazioni del Mancio.

Che gli ha spianato la strada, in campo e fuori. Arrivato a Genova lo ha preso sotto la sua ala protettrice. Poi lo ha lanciato come allenatore “consigliandolo” al suo Bologna. Un rapporto mai interrotto, fatto di vacanze insieme in Sardegna, di due famiglie affiatate. Ma anche di passioni condivise: le macchine, Bentley su tutte. E poi l'eleganza. Mancini di recente ha detto: «Quando è arrivato abbiamo dovuto svezzarlo, si vestiva abbastanza male…». Un'amicizia che ama anche prendersi in giro, come solo quelle vere. «Cambia il gilet sotto la divisa», una celebre puntura del Mancio. «Si tinge i capelli», la risposta di Miha. E quando ai tempi dell'Inter il Sinisa giocatore fu additato come spia di Mancio, celebre la scena fuori dalla Pinetina per rifiutare un'etichetta che Miha non contempla nemmeno nel miglior rapporto d'amicizia.

Che nell'ultimo anno ha avuto strane evoluzioni. L'anno scorso per qualche ora entrarono in ballottaggio per la panchina della Juventus. In autunno per sostituire Mazzarri lo stesso Mancini, poi scelto da Thohir, non esitò a sponsorizzare l'amico. E ancora in primavera si prospettavano scenari di Sinisa allenatore e Mancini direttore tecnico sia per l'Inter che per il City.

Niente di tutto questo. Si ritroveranno di fronte al derby della Madonnina due che condividono anche la devozione per Medjugorie. E non potrà essere la fede pallonara a rovinare l'amicizia messa alla prova da Milan-Inter.

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