I sondaggi estivi sulla "favorita per il titolo" quest'anno non ci saranno. Semplicemente perché nessuno oserebbe mettere in dubbio la superiorità della Juventus rispetto alla concorrenza nonostante la partenza di Pogba, per il quale non resta che attendere l'ufficialità. Con Higuain al centro dell'attacco, più gli altri neo arrivati Dani Alves, Pjanic, Benatia e Pjaca, non si vede davvero come la rosa bianconera possa essere impensierita dalla concorrenza. Dopo di che, nel calcio tutto è possibile: il Leicester lo ha confermato in Premier e pure il Portogallo campione d'Europa. "Stiamo facendo un grande mercato ha confermato ieri Allegri da Hong Kong -. La squadra è molto competitiva, ma vincere non è mai facile". Di sicuro, l'arrivo di Higuain ha regalato entusiasmo da vendere. E pure Del Piero, che il Pipita ha ricordato come "idolo, quando giocavo nel Real" è tornato ad affacciarsi sul mondo bianconero: "Benvenuto alla Juventus. E grazie per le belle parole. Ti auguro il meglio. Vamos!".
Dove "il meglio" non potrà prescindere dal sesto scudetto di fila: non dovesse arrivare, non si potrebbe fare altro che parlare di fallimento a meno che in bacheca non spunti la Champions. È il destino di chi ha clamorosamente i favori del pronostico dalla propria: si chiama pressione, da gestire e dominare. Tremare non è ammesso. Non lo aveva fatto la Juventus 1984-85, con Trapattoni in panchina e Rossi-Platini-Boniek in attacco: una delle Signore più amate nel calcio moderno, giunta al culmine di un ciclo spettacolare iniziato nel 1982-83, quando una squadra formata da sei campioni del mondo (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi) con Platini, Boniek, Furino e Bettega era riuscita in una specie di impresa all'incontrario perdendo la finale di Coppa dei Campioni ad Atene contro l'Amburgo. A quel ko (incredibile) fece seguito un triennio micidiale: doppietta nel 1983-84 (scudetto e Coppa delle Coppe), vittoria della Supercoppa europea e della Coppa Campioni nel 1984-85 (quella dell'Heysel) e ancora scudetto, con l'incredibile rimonta sulla Roma nel 1985-86: fu quello - il coronamento di un periodo iniziato negli anni '70, ideale ponte per arrivare alla Juve di Lippi.
E non aveva tremato nemmeno il Milan "olandese", creato da Sacchi (1987-88) e perfezionato da Capello, capace tra il 1991 e il 1996 di vincere quattro scudetti di cui tre in fila (1991-92, 1992-93, 1993-94, 1995-96) e una Champions (1994) grazie ai prodigi di Rijkaard, Gullit e Van Basten, Franco Baresi e Maldini, Costacurta, Papin e Donadoni.
Con la pressione ci andavano a nozze pure Mourinho e l'Inter del triplete, quella che nel 2010 vinse la Champions battendo in finale il Bayern Monaco dopo avere già vinto l'anno precedente lo scudetto con la squadra costruita in precedenza da Mancini, salvo poi ribaltarla nell'estate 2009 cedendo Ibrahimovic, Crespo, Maxwell e Figo per comprare Eto'o, Lucio, Sneijder, Milito e Thiago Motta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.