Manita in faccia a un povero Diavolo

L’Inter travolge il Milan con 5 gol, vince il quinto derby di fila e va in fuga da sola. Doppietta e assist per Mkhitaryan, prodezza di Thuram, Calha di rigore e Frattesi, dopo la rete in azzurro, replica in nerazzurro Le pagelle dell’Inter Lautaro non segna, ma collabora

Manita in faccia a un povero Diavolo
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Non è stato un semplice successo nel primo derby della nuova stagione. No. È diventato un diluvio di gol e di gioco dell'Inter sul Milan più arrendevole degli ultimi tempi. La quinta sfida del 2023 è finita esattamente come le altre 4 precedenti: Inter, solo Inter, fortissimamente Inter. A dire il vero, di identico ci sono state solo le modalità tattiche (contropiede incarnato da Thuram, a fette la lenta e impacciata difesa milanista) di Simone Inzaghi, un maestro di questa strategia collaudata. Diversi solo il punteggio quasi tennistico e il dominio messo in discussione per qualche minuto, in avvio di ripresa, da un assolo di Leao ma poi chiuso in cassaforte con una sequenza da incenerire i rivali. Il secondo sigillo di Mikhitaryan, il rigore di Calhanoglu e la zampata finale dell'ultimo arrivato, Frattesi, hanno travolto il Milan con uno squillante 5 a 1 che peserà a lungo sulle spalle di Pioli e dei suoi ancora una volta spazzati via come accadde molti anni prima in quel di Bergamo.

Dall'incipit ai titoli di coda, c'è stato lo spartito tattico dell'Inter puntato, come lame nel burro, sugli anelli deboli della catena difensiva rossonera: Thiaw (maltrattato da Thuram), Kjaer (strapazzato da Lautaro) su tutti. E per il resto della compagnia neroazzurra è stato un giochino infilarsi in quel centrocampo di carta velina improvvisamente reso fragile dai celebrati Loftus Cheek e Reijnders, inconsistente dalla resa dell'americano Pulisic tornato col fuso sbagliato. Per entrare nel vivo dell'analisi bisogna anche aggiungere che la trovata di Calabria mediano, se a Roma, contro Mourinho aveva mandato in tilt i giallorossi, ieri ha ingigantito gli affanni difensivi e moltiplicato i buchi di una retroguardia già in difficoltà per le assenze di Tomori e Kalulu.

Di nuovo, sulla scena del derby milanese, c'è stato un protagonista del recente mercato: Marcus Thuram, 26 anni, italiano di Parma per l'anagrafe, francese di famiglia e di nazionalità calcistica, conteso al Milan e poi soffiato da Marotta e Ausilio. Ha promosso il primo sigillo, firmato il il 2 a 0, è stato una spina nella gola del Milan. E se si pensa anche al 5 a 1 firmato da Davide Frattesi, beh è come se il derby avesse decretato il trionfo del mercato neroazzurro su quello rossonero. Le assenze di Tomori e Kalulu non possono costituire nemmeno un minuscolo alibi. Ed è venuto il tempo anche per Pioli di capire che al cospetto di Simone Inzaghi continua a finire nella sua trappola infernale. Il secondo gol ne è un didascalico esempio: giravolta di Lautaro nella sua metà campo per Dumfries a destra, palla incrociata sull'altro fronte per Thuram che si è bevuto Thiaw e infilato un missile nell'angolo alto, imprendibile per Maignan. Già nel primo semestre 2023, il Milan si lasciò sorprendere dal primo scatto interista: ieri sono passati appena 5 minuti e ha incassato lo squillo di Mikhitaryan perdendo un paio di duelli. Stesso deficit fisico, insomma.

Sul 2 a 1 Inzaghi ha replicato i cambi che gli costarono critiche feroci uno scudetto fa: dalla panchina sono arrivati autentici rinforzi, come hanno dimostrato le corse di Carlos Augusto e il 5 a 1 di Frattesi. Già martedì sera con il Newcastle capiremo se è una bolla di sapone oppure no.

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