Nove anni fa gli ultimi trofei per la Juve, scudetto e supercoppa italiana, c'erano Del Piero e Buffon, mentre Chiellini fu tra i protagonisti del secondo scudetto revocato. Marchisio era nelle giovanili, ora vive la miglior stagione della carriera.
Claudio, a Cesena la prima gara bianconera su campo sintetico, sbloccata a 11' dalla fine. Avete rischiato di rimanere con un solo punto sul Milan...
«È andata bene, al Manuzzi fra l'altro il terreno è misto. A Novara è totalmente artificiale, sarà ancora più impegnativo».
Perché?
«Questi manti di nuova generazione tolgono sicuramente tanto, a livello fisico. Sono differenti gli appoggi del piede, assorbono più energia a ogni passo compiuto».
Perciò avete faticato tanto, contro la cerentola della serie A?
«Non dev'essere un'alibi, abbiamo vinto e contiamo di ripeterci al Piola. Meglio affrontare queste due gare così ravvicinate, in 4 giorni ci leviamo l'incognita del sintetico».
La squadra di Tesser battè due volte l'Inter, ha fermato anche Udinese e Lazio e vinto a Siena. Nel derby piemontese può interrompere a 7 la vostra sequenza di successi?
«Hanno forse l'ultima chance di restare in corsa per la salvezza, cercheranno di sfruttarla al massimo, davanti ai propri tifosi. Dobbiamo essere bravi e pazienti».
La prima rete di Marco Borriello rasserena il giocatore più contestato?
«Gratifica il lavoro delle nostre punte. Quest'anno siamo andati a rete in tanti, si criticavano gli attaccanti perchè segnavano meno dei centrocampisti. Va però riconosciuto che da inizio stagione fanno un lavoro sporco fondamentale».
Neanche Vucinic e Quagliarella sono stati continui. In fondo basterebbe un top-player...
«Arrivano appunti per giocatori che avrebbero la mission di segnare, non di contenere. La rete di Borriello è stata una liberazione, non è stato accolto come sperava, si è sempre adattato al compito richiesto».
Mercoledì a Torino arriva il Lecce, a giocarsi la salvezza, poi la trasferta di Trieste con il Cagliari.
«La voglia di arrivare a un traguardo importante dà energie nuove, soprattutto in questo periodo, con partite ogni tre giorni. Sulla carta sembrano sfide facili, sono le più complicate: con la Roma era la gara più temuta, invece l'abbiamo gestita meglio rispetto al recupero. Chi lotta per la sopravvivenza si chiude completamente».
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