Marketing o boxe? Sul ring un altro Ali

Nico Walsh, nipote del mito, all'esordio sul quadrato. "Inseguo il destino"

Marketing o boxe? Sul ring un altro Ali

Un antico furbacchione come Bob Arum non poteva farsi sfuggire il colpo di teatro. E dopo 55 anni spedisce sul ring un altro Ali. Il primo era quello che tutto il mondo ha conosciuto. Questo si chiama Nico Walsh. Se poi aggiungete Ali, lui vi spiegherà che Muhammad Ali era suo nonno e la via della boxe è un fatto di famiglia. Ali è un marchio, un brand che non scolora mai. Non è facile, nello sport, essere figli di, nipote di. Se ne sono visti tanti. Il brand Ali, per vero, è stato rilanciato con buon effetto e charme niente male da Laila, la figlia pioniera della boxe rosa. Fu un successo: in 8 anni 24 incontri, 21 ko. Tipo tosto. Sarebbe stato bello che il marchio Ali non venisse più intaccato.

Ma Bob Arum, avvocato newyorkese tra i più illuminati matchmaker, non poteva negarsi la golosità: nel marzo 1966 organizzò il suo primo match con Ali protagonista. Gli mise di fronte un duro canadese, George Chuvalo, che in quel momento passò alla storia per essere stato l'unico a resistere 15 round davanti a quel ciclone, non solo pugilistico. Nico non è un peso massimo come il nonno, bensì un peso medio, categoria che illumina la nobiltà del quadrato, è figlio di Robert Walsh e Rasheda, gemella di Jamillah, due dei nove figli del campione. Come il nonno è musulmano. Ma sul ring Cassius Clay fu, forse, più devastante nel modo di imporsi. Muhammad Ali, invece, fu personaggio senza confini anche fuori del ring. Oggi Nico ha 21 anni e racconta che per lui Ali era solo il nonno. «Mai visto come l'uomo che il mondo vedeva. Era Poppy».

Nico è nato nel 2000, ovvero 19 anni dopo il ritiro del nonno: meglio non riveda i filmati degli ultimi match. Aveva solo 16 anni alla morte di Ali (3 giugno 2016), che già lo vedeva sul ring: orgoglioso e soddisfatto nonostante i timori di Rasheda. E quando il nipotino gli chiese un consiglio, sintetizzò: «Muoviti e danza». L'idea diventata il marchio di fabbrica: facile a dirsi.

Stanotte, a Tulsa, Oklahoma, Nico farà trionfale ingresso fra i professionisti: 4 riprese contro Jordan Weeks, perditore destinato. Nel futuro già un contratto per altri match. Nico dice: «Inseguo il destino». Sarà da vedere se il destino è d'accordo.

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